Un’Amministrazione debole con i forti e forte con i deboli puzza di bruciato. Più di 100 ciminiere
BRINDISI – Questa pervasiva sensazione di forti con i deboli e deboli con i forti è nauseante. La legge impone, in caso di predissesto, di intervenire con alienazioni di immobili e società in perdita, non impone di vendere quello che funziona. Se l’obiettivo fosse stato davvero quello di lasciare una Brindisi migliore ai successori e non quello di vivacchiare, allora si sarebbe intervenuto sulle cooperative rosse, sulle sacche di inefficienza (?) presenti nelle partecipate, su fondazioni usate come enclave politica, come circolo di questa sinistra elitaria, che però di nobile ha ben poco. Invece, pavidamente, si è preferito rischiare sulla pelle dei lavoratori che hanno studiato, che hanno vinto concorsi, che sanno cosa sono i sacrifici per il bene Comune. Insomma, si è rischiato sulla pelle delle brave persone. Perché è più comodo così, perché è molto più faticoso contrattare con i sindacati, scomodare quelli che, come li definiscono Borri e D’Errico, sono nullafacenti, gente meno facile da gestire rispetto ai lavoratori di Abaco o delle Farmacie o delle piscine comunali. Soprattutto gente con alle spalle sponsor trasversali: come si spiegherebbe altrimenti il fatto che gran parte dell’opposizione resta muta rispetto alle magagne e agli sprechi che continuano a perpetrarsi nelle partecipate? È normale che le uniche denunce arrivino dall’ex Assessore al Bilancio e alle Partecipate? Qual è il senso di un’opposizione se tace davanti a situazioni così gravi?
Tutto questo fa schifo, perché lancia il messaggio che vince sempre il più forte, che la competenza e il senso civico sono valori sui quali speculare politicamente, da sacrificare sull’altare del quieto vivere e delle affezioni da poltronite. La storia di questa città continua a puzzare di bruciato. Più di 100 ciminiere. E in questa bonaccia, il vento del cambiamento è solo una lontana utopia.