Il Cts ha già detto, per voce del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che «la didattica a distanza non è tabù ma deve essere solo di breve periodo». Ora, e hanno chiesto di metterlo a verbale, il pediatra Alberto Villani e lo pneumologo Luca Richeldi segnalano i rischi psicologici per la fascia di adolescenti 12-19 anni: «Hanno già subito un importante impatto nel periodo finale dello scorso anno scolastico. Bisogna garantire la frequenza in presenza, soprattutto nelle fasce di popolazione più fragili, è fondamentale non solo per la formazione scolastica, ma anche per il benessere psicofisico di questa fascia di popolazione giovanile».
Esiste consolidata letteratura sulle perdite per i più piccoli causate dalla Dad e il pediatra Giorgio Tamburlini, presidente del Centro per la salute del bambino di Trieste, autore con ventidue colleghi di una lettera per mettere l’infanzia al centro del Decreto Rilancio, sostiene: «I danni provocati dalla chiusura delle scuole, così protratta, sono stati tanti e altri ne avremo. La Dad non è stata efficace, la mancanza di sostegni per i bambini con difficoltà di apprendimento, la povertà, anche culturale, di certi contesti familiari hanno esacerbato le situazioni già problematiche. E anche là dove i bambini hanno avuto a disposizione la tecnologia necessaria e genitori supplenti dei maestri, questa situazione non è stata indolore. La maggior parte dei piccoli ha accumulato un ritardo educativo. Sarà dura recuperarlo e rischiamo che peggiori».