BRINDISI – La sfida Covid del Polo “MESSAPIA” passa anche attraverso ben due progetti Erasmus. Un segnale forte e di attenzione ai bisogni degli studenti e delle studentesse del territorio brindisino che per la prima volta si cimentano nell’avvio di una cooperazione europea su tematiche ritenute prioritarie per la comunità europea senza dimenticare la grande attenzione per l’educazione civica a cui l’Istituto Ferraris De Marco Valzani ha sempre dato grande rilievo.
Il primo progetto “Sharing cultural treasures” vede il Polo “Messapia”capofila in collaborazione con paesi come Portogallo, Spagna, Francia, Turchia e Norvegia. I nostri ragazzi e le nostre ragazze, anche in tempo di pandemia, come a scongiurare un ennesimo lockdown, in modalità telematica e tramite conference call, scopriranno il proprio territorio, tesoro prezioso per la loro crescita ed il loro futuro, e lo confronteranno con quello dei loro coetanei europei. E quale momento migliore per visitare, anche virtualmente, siti e monumenti della nostra città e provincia, conoscere ricette e danze tradizionali, personaggi sportivi del presente e passato e tanto altro ancora da catalogare e impaginare in prodotti multimediali…
• Il secondo progetto Can you play with me? vede partner quali Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo e turchia. Grazie alla conoscenza di giochi tradizionali, da tavolo, digitali, sfide on line su piattaforme quali Kahoot o Quizziz gli studenti promuoveranno una consapevolezza interculturale fondamentale per il loro ruolo di cittadini europei.
Entrambi i progetti mirano a creare interesse e motivazione nell’apprendimento della lingua inglese , migliorare le competenze del personale della scuola e rafforzare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.
“Tali progetti rappresentano per la scuola una opportunità di cambiamento in dimensione europea – afferma il dirigente scolastico Rita Ortenzia DE VITO – proprio quando l’Europa sta affrontando una delle sfide più dure della sua vita, parlare di cittadinanza europea, di valori condivisi come l’inclusione e l’integrazione interculturale, trasforma la paura in un punto di forza da cui ripartire. E tutti noi abbiamo bisogno proprio di questo, di sentirci un po’ meno soli”.