Niccoli: “Basta saccheggio del territorio gratis. Edison investa nella catena del freddo”
BRINDISI – Nessuno si senta offeso in particolare o a livello personale, lungi da noi qualsiasi ipotesi di personalizzazione della politica o di attacchi ad personam.
Siamo convinti che il livello di confronto e del dibattito sul tema “Brindisi” non abbia mai raggiunto livelli cosi’ bassi, vuoti e privi di qualsiasi logica di interesse generale.
Nel vocabolario del confronto sembra essere sparito il termine mediazione , costruzione, interesse generale per la città , tutto si svolge urlando, gridando, difendendo posizioni chiuse a riccio ,insomma “facciamo credere che tutto cambi , affinché nulla cambi”.
Quando non si vuole realizzare nulla si applica , come diceva un mio vecchio mentore politico “ la politica del carciofo” , cioè non avere un quadro generale di sviluppo ,di STRATEGIA globale, ma di volta in volta si introducono elementi nuovi, a volte in contrasto tra di loro, alfine di parlare dei singoli provvedimenti per deresponsabilizzarsi sulla strategia totale il territorio ,insomma una vera e propria follia autolesionista.
L’ arrivo di qualsiasi ipotesi di investimento sul Porto o in Zona Industriale, diventa oggetto di contrapposizioni , a volte, inspiegabili ed assurde, che contribuiscono sempre più all’ immobilismo totale in ogni campo.
Mai come in questo momento bisogna avere idee chiare e obiettivi trasparenti per il rilancio di una città , di un territorio, di un Porto, in profonda crisi di identità e in cerca di nuovi equilibri, di un nuovo sviluppo, di nuove strategie di valorizzazione di potenzialità, di fatto mai espresse totalmente.
In questa tragica situazione c’è chi contribuisce a creare confusione , cultura del sospetto e qualsiasi altra cosa che lasci tutto come è, senza futuro e con un presente disastroso.
Brindisi deve decidere se essere città- Porto Energia , città- Porto turismo, città-Porto merci e logistica, città- Porto rifiuti ed affini, citta- Porto chimica ed affini, oppure tutte queste cose ,senza sovrapposizioni ,di banchine , di aree, di siti etc. etc…
ABBIAMO l’obbligo di disinquinare il territorio, di rendere appetibili i terreni ,di creare tutte le condizioni per attirare gli investitori, dalla zona Franca ,alla Zes, a tutte le possibilità per ridurre i costi industriali di qualsiasi insediamento compatibile con un idea di sviluppo globale , che deve essere chiara e precisa.
ABBIAMO l’obbligo, di far sedere il governo intorno ad un tavolo istituzionale , per capire quali sono gli strumenti economici che saranno messi a disposizione , quali sono i tempi di realizzo .
Servirà un grande senso di responsabilità e superamento degli steccati ideologici e di partito, che devono essere sacrificati all’interesse generale del territorio.
Serve tanta pazienza e mediazione.
Deve terminare, una volta per tutte , il saccheggio del territorio ,gratis, l’inquinamento, gratis,la distruzione del territorio ,gratis, il ricatto occupazionale come grimaldello per fare tutto ciò che si vuole in nome dell’ipotetico lavoro.
Chi sceglie Brindisi deve essere ben conscio che per gli anelli al naso , bisogna scendere ancora più giù verso L’ equatore.
Chi sceglie Brindisi per fare business, deve sapere ,che deve lasciare sul territorio royalty, investimenti , infrastrutture ed occupazione duraturi nel tempo.
Deve finire il tempo di svendita del territorio per 30 posti di lavoro , che nel tempo diventano 10 di cui 5 a tempo determinato, oppure il 30% in sub – sub appalto alle imprese brindisine che terminati i lavori continueranno ad essere in crisi mentre chi investe avrà profitti per 60 anni o a vita, garantiti da concessioni ed affini. Le imprese brindisine devono essere il fulcro per lo sviluppo, non povere comprimarie dell’ arricchimento degli altri.
Prendiamo ad esempio l’ investimento della EDISON , che vuole investire 100 milioni di euro per la realizzazione di un deposito costiero per lo stoccaggio di LNG, in valore assoluto siamo favorevoli , ma lanciamo una provocazione , tecnicamente possibile, al di la’ di chi o in buona fede o per interessi di parte dice che non è possibile realizzare .
La EDISON , ci pare, che potrebbe ammortizzare l’investimento entro 1 /2 anni, per il resto della durata, lunghissima, della concessione avrebbe solo profitti.
Chiediamo che ,l’ azienda investa nella “catena del freddo” , sarebbe una risposta di ricchezza duratura nel tempo per il territorio, con il coinvolgimento di più attori , che andrebbero dalla logistica ai produttori agricoli, alle imprese del settore , all’ industria ittica e di trasformazione , a quella dei trasporti , terrestri, ferroviari, marini ed aereoportuali ,.
Per la realizzazione ci sono , studi di fattibilita’ ,ancora validi, gia’ in possesso dall’ Amministrazione comunale , della Autorità portuale e dell’ Asi, consegnati dall’ Università di Lecce , nel periodo in cui si ipotizzava la costruzione di un rigassificatore , poi non realizzato.
Qualcuno dirà , che il deposito costiero non produce freddo in eccesso , come il rigassificatore, ma lo utilizza e se crede nel proprio investimento può realizzare gli impianti del freddo e fornire il combustibile per il suo funzionamento a prezzo di costo.
Qualsiasi altra cosa , non è ricchezza , ma povertà è come il piattino dei mendicanti.
Dobbiamo credere nel cambiamento , nell’ inversione di rotta a tutti i livelli, dobbiamo avere una visione di insieme e per quella batterci senza risparmio.
Rimettiamo la politica, il lavoro ed il territorio al centro del dibattito, tenendo fuori personalismi , fughe in avanti e confusione dei ruoli, la città ed il territorio ci saranno grati.
Claudio Niccoli Idea per Brindisi