BRINDISI – Il Piano della Costa è uno strumento essenziale che detta lo sviluppo del fronte costiero. Brindisi ha bisogno di ridisegnare la sua costa, di valorizzarla rendendola più accogliente e attrezzata. Il nostro litorale, con i lidi che lo tratteggiano, ha tutte le qualità per diventare un generatore di economia e di attrattività, oltre che attrattore di investitori, non solo nel periodo estivo. In numerosi tratti di costa, specie più a nord della città, la dividente demaniale, la linea che separa il demanio marittimo dalle aree di proprietà privata, a seguito dell’erosione della fascia demaniale, ricade attualmente in acqua.
Le aree demaniali sulle quali il Piano può intervenire risultano per questo limitate. Occorre poi escludere le zone a rischio geomorfologico, dove la falesia è più soggetta a crolli, ciò che resta sono le aree concedibili che il regolamento regionale divide tra lidi privati (40%) e spiagge libere (60%). «Il Piano – ha detto Carmelo Grassi, candidato al Consiglio regionale di Puglia nella lista provinciale Pd come indipendente – non consente lo sviluppo dei lidi a causa della coperta corta delle aree demaniali. Anzi, comporterebbe il taglio di un lido privato nella geografia costiera. Il Piano della Costa in via di definizione non sembra poter trasformare il litorale nord e dunque generare il necessario impulso al turismo balneare: rimane giusto la possibilità ai lidi privati di cambiare pelle, di trasformarsi in strutture con più servizi e attrezzature dedicate, reinventarsi per stare al passo con la domanda dei fruitori. Dunque, più un’opera di make-up che di rigenerazione e di cambiamento».
Per alleggerire l’impatto di questi limiti, l’Amministrazione comunale di Brindisi ha pensato, ad esempio, a proporre una variante alla pianificazione attuale per l’utilizzo a servizi pubblici delle zone a ridosso del mare, a supporto della fruizione del “bene mare”, nelle quali i privati potrebbero realizzare strutture leggere e a basso impatto per offrire servizi in convenzione con il Comune. Sempre il Comune di Brindisi, tra gli interventi del contratto istituzionale di sviluppo, ha chiesto risorse per espropriare i terreni agricoli, arretrare la strada litoranea e attuare interventi per la protezione della costa, ad esempio con le cd. “barriere soffolte”, le scogliere sommerse che smorzano la violenza delle mareggiate. «Anche in questo caso – ha sottolineato Carmelo Grassi – la Regione può giocare un ruolo chiave. Penso alla destinazione di risorse per sciogliere il nodo degli espropri, liberare aree demaniali e aprire agli investimenti privati con l’obiettivo di tutelare e dare valore a un tratto di costa unico e straordinariamente bello. Penso a un dialogo più stretto con gli uffici regionali, dotati di competenze specifiche, come a una maggiore condivisione tra scelte di enti diversi. E penso ancora alla possibilità di sostenere la ricerca sulla difesa dell’ambiente costiero e sul controllo dell’erosione, o di incentivare gli operatori degli stabilimenti balneari per rendere le loro strutture più gradevoli e all’altezza delle aspettative dei turisti. La nostra costa può e deve pretendere di più per fare incontrare bellezza e turismo, e il ruolo dei privati è fondamentale. Insomma, anche per questa materia la Regione può rappresentare la marcia in più, quella dello scatto decisivo, in termini di affiancamento e di risorse. A condizione che il territorio esca dalla periferia della Puglia».
Ufficio stampa Carmelo Grassi
Candidato al Consiglio regionale di Puglia