BRINDISI – Siamo alle solite, ovvero a dover commentare strenui e sinistri tentativi di arrestare la corsa che l’Autorità portuale sembrava aver finalmente impresso agli iter per la realizzazione delle opere utili allo sviluppo del porto. L’ultimo capitolo della saga che vede il Provveditorato per le Opere Pubbliche ancora in prima linea, nonostante il DL Semplificazioni del Governo lo abbia esautorato – almeno nell’interpretazione fornita dal Presidente dell’Authority Ugo Patroni Griffi – dal suo ruolo di creatore di problemi per ogni soluzione, appare davvero di difficile lettura.
Emblematico del fatto che qualcosa non torna, è quanto si sta registrando in merito alla realizzazione della vasca di accumulo a Costa Morena Est. Quello che fa specie, infatti, è che il procedimento in oggetto non è stato avviato, e quindi non ha visto – a differenza che per le altre opere – il coinvolgimento del Provveditorato nell’iter. L’organo ministeriale, sulla vasca di accumulo, si era limitato a ventilare una obsolescenza del Prp, smentita però il mese scorso dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che ha invece confermato la vigenza del Prp alla luce anche della novazione intervenuta nel 2006 in occasione della variante concessa per la realizzazione degli accosti a Sant’Apollinare.
Ebbene, fugato il dubbio posto dal Provveditorato, l’Autorità portuale aveva deciso di avviare l’iter sulla base del nuovo DL Semplificazioni che consente un iter molto più snello, che prevede la possibilità di non interpellare una palla al piede come il Provveditorato. Ma Presidente e funzionari di questo organo non mollano la presa: così hanno deciso di chiedere all’Avvocatura dello Stato un parere sulla legittimità del nuovo iter avviato dall’ente portuale; insomma, l’estromissione proprio non gli è andata giù. Tanto è vero che sono stati informati della richiesta di parere anche i soggetti chiamati dall’Autorità portuale alla conferenza di servizi sulla vasca di accumulo, i quali ovviamente attenderanno salomonicamente il verdetto dell’Avvocatura dello Stato.
Se è vagamente comprensibile l’atteggiamento del Provveditorato negli iter già incardinati in cui è coinvolto secondo la vecchia normativa, appare molto meno comprensibile questo approccio ultimo, teso a legittimare ad ogni costo la propria esistenza. Ed a proposito di costo: possibile che nessuno abbia ancora avvertito l’esigenza di interessare la Corte dei Conti davanti a una serie di comportamenti perlomeno dilatori che si sostanziano in ingenti danni economici per la comunità brindisina?