Il proprietario del Guna: “Siamo in regola, chiederemo l’autorizzazione paesaggistica. Su Long Beach situazione assurda”
BRINDISI – La normativa Covid è venuta in soccorso degli stabilimenti balneari. Contattati dal gestore del Guna Beach, Massimiliano Di Cicco, lo stesso ci ha tenuto a sottolineare che la sentenza emessa dal Tar nello scorso mese di luglio attiene alla situazione esistente lo scorso anno, mentre nel corso della corrente stagione balneare il Guna Beach è perfettamente in regola, avendo apposto bagni e strutture ombreggianti (oggetto dell’ingiunzione di demolizione) coerentemente con quanto previsto dalla normativa Covid.
“La sentenza del Tar – spiega Di Cicco – l’abbiamo accolta con favore, perché il Comune, trattandosi di terreno agricolo, contestava l’inesistenza del titolo edilizio per queste strutture amovibili. Invece il Tar ha smontato questa tesi, riconoscendo solo l’assenza dell’autorizzazione paesaggistica. Pertanto, le strutture contestate le abbiamo già rimosse e per queste chiederemo l’autorizzazione paesaggistica per il prossimo anno. Mentre su strutture itineranti come il chiosco, il Tar ci ha dato ragione, non dando seguito all’ingiunzione di demolizione del Comune”.
Di Cicco si sofferma poi sul sequestro dell’area di Long Beach: “Su quel terreno si accumula acqua piovana, che poi sfocia in mare. Secondo l’accusa, nonostante Arpa abbia rilevato che quell’acqua non è inquinata, noi scaricheremmo abusivamente reflui in mare. Un caso davvero bizzarro. Spero che si provveda al più presto al dissequestro perché è davvero assurdo ritrovarsi a fronteggiare una situazione simile”.