Che fine hanno fatto gli impegni presi in Comune dalla Ministra De Micheli?
BRINDISI – Si rinnova la sterile e confusa, ma fino ad oggi improduttiva, discussione sulle occasioni perdute dalla nostra città ed il suo territorio per poter, finalmente, usufruire di occasioni e finanziamenti già disponibili da utilizzare per la sua crescita economico/sociale. Un esercizio perdente che, negli anni, ha ridotto il suo sistema produttivo ai minimi termini, svuotato e dimenticato delle sue ancora appetibili potenzialità strutturali, e ancora maltrattato da chi, al contrario, ne dovrebbe difendere gli interessi per rilanciarlo nel panorama nazionale ed internazionale. Il porto, come sosteniamo da anni, continua ad essere al centro delle diatribe da cortile, dimostrazione della incapacità di sostenere progetti a portata di mano che tutti a parole condividono e sostengono, ma che non si realizzano SEMPRE per colpa di altri. Oggi il grido di dolore del dottor Titi sulle difficoltà che vive il porto ne sono la dimostrazione. E le domande che pone sul perché e per come si è arrivati a questa situazione, invece di avere risposte chiare, sollevano il solito polverone di accuse e controaccuse di questo o di quello che si sarebbe potuto fare, senza coerenza e sostanza, prive di una visione di crescita concreta del futuro.
La UIL di Brindisi le condivide e alle sue ne aggiungiamo altre sperando che, nell’occasione, se le facciano anche coloro a cui compete assumere le decisioni. Che fine hanno fatto le riunioni e le innumerevoli decisioni assunte in Autorità portuale alla presenza di accreditati rappresentanti della politica regionale e nazionale? Cosa hanno prodotto? Hanno avuto seguito gli impegni assunti nella riunione di qualche mese addietro in Comune con il ministro delle infrastrutture Paola De Michele? Crediamo sia giunto il momento di affrontare le questioni con determinazione e coraggio. Chiediamo a che punto è il potenziamento della rete di monitoraggio ambientale richiesta a tutela della salute e sicurezza dei cittadini? Una considerazione sull’intervento del notaio Errico e sulle sue dichiarazioni sulla stampa di domenica scorsa, che hanno richiamato l’investimento del rigassificatore: “mai più progetti chiusi nei cassetti di un Sindaco o propositi di capi istituzionali regionali imposti a centurioni della politica locale che non conoscono nulla di quanto devono eseguire per compiacere, mai più strategie illuminate da sofisti come il professor Pirro in nome e per conto di Confindustria e di alcune centrali sindacali. Mai più decisioni di altre Autorità senza il consenso del Consiglio comunale, che solo esso rappresenta la massima espressione dell’autodeterminazione e che sa coinvolgere i cittadini nelle forme più opportune”.
Ed allora ci chiediamo: perché per l’investimento della LNG, previsto nel porto esterno, quanto sopra era il Vangelo mentre non lo è stato per lo zuccherificio, un impianto costruito nella città?
Quanto sopra dimostra l’incoerenza delle parole e dei fatti che si chiamano come si vuole, si presentano e si comunicano quando si vuole. Tanto le risposte che la collettività brindisina attende da anni temiamo non arriveranno tanto presto. Viene facile da chiedersi se si tratti, ancora una volta di campagna elettorale, in corso. A fine settembre la risposta?
Antonio Licchello Uil