BRINDISI – 1) Il Piano regolatore portuale di Bari risale al 1974, pertanto è coevo rispetto a quello del porto di Brindisi. Il Presidente dell’Autorità portuale dei due porti è lo stesso, ovvero Ugo Patroni Griffi, così come sono identici funzionari e dirigenti.
2) Il Comune di Brindisi ha individuato e nominato un proprio rappresentante di fiducia tramite avviso pubblico, ovvero l’ing. Lonoce, che potesse portare le istanze di Brindisi all’interno del Comitato di gestione portuale. Bene, Lonoce per esasperazione è ormai scomparso dai radar da mesi, e il motivo è riconducibile al fatto che la sua visione di porto combaciava con quella dell’ente portuale, pur essendo stato nominato dal Comune.
3) Il Comandante della Capitaneria di porto Giovanni Canu si è più volte espresso duramente nei confronti del Comune, a volte esorbitando dal ruolo di Comandante classicamente inteso.
4) Oggi l’Autorità portuale ha diramato un comunicato congiunto con il Comune di Bari per presentare i progetti nell’ambito dei fondi PAC per ridisegnare il rapporto tra città e porto. Lo stesso ente portuale è stato costretto a diramare separatamente un’altra nota riguardante Brindisi con la quale ha inteso stigmatizzare il comportamento del Comune, reo di non aver neppure avvisato i vertici dell’Authority in merito alla conferenza stampa di presentazione dei progetti condivisi dai due enti e che interessano il demanio marittimo.
5) La stampa locale oggi attaccava unanimamente il Comune per l’atteggiamento riottoso assunto nei confronti dell’Autorità portuale.
6) Fa specie constatare come non una sola volta il Sindaco abbia espresso pubblicamente il proprio disappunto o rammarico verso il respingimento o il rallentamento dei progetti per la realizzazione delle opere necessarie per garantire un futuro all’economia portuale brindisina.
Questo tuttavia non sorprende se si conosce la storia del movimento del Sindaco, il quale nel corso degli anni, attraverso i suoi vari esponenti, si è detto – in ordine sparso – contrario alle navi da crociera perché inquinano, alla cementificazione di Sant’Apollinare e alla realizzazione di nuove banchine, alla vasca di colmata perché impatta sull’avifauna, alla stazione di rifornimento di gnl per navi e autotreni perché il progetto non convince, ecc.
7) Si imputa all’Autorità portuale la colpa di aver presentato progetti discrasici rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, anche se non si comprende ancora perché i progetti pensati dall’Authority per Bari riescano ad essere assentiti, avviati e completati in tempi ragionevoli, pur disponendo il capoluogo di Regione – si ripete – di un Piano regolatore portuale coevo a quello di Brindisi.
Ma soprattutto non si comprende quale sia l’alternativa concreta che il Comune di Brindisi propone all’ente portuale. Insomma, cosa si chiedeva a Patroni Griffi, di restare immobile per 5 anni e non piantare neppure un chiodo in attesa del nuovo Piano regolatore portuale?
Tutto questo per dire che siamo davanti a una brutta storia, una di quelle che saranno raccontate dai nostri figli ai nostri nipoti come esempi eclatanti dell’incapacità dei brindisini di fare i propri interessi, una di quelle storie per le quali sarà inevitabile tirare in ballo gli avi dei protagonisti del misfatto, che abbracciano dal panorama locale a quello nazionale.