Abbiamo bisogno di una grande crisi economica e di pirateria: solo così usciremo dalla condizione signorile di massa e andremo a prenderci la Bastiglia
In una società signorile di massa come la nostra, l’unica condizione che può sbloccare lo stallo è la privazione. La spinta verso il cambiamento di una società estremamente ingiusta, è attualmente troppo debole: la condizione di benessere diffuso creata dalle precedenti generazioni, infatti, continua a produrre effetti (residuali) sulle generazioni Y e Z, cloroformizzandone spirito e animo. Così, assistiamo a sporadici assalti alla Bastiglia, con qualche gruppetto di disperati/esasperati che batte forte contro il portone del potere. Troppo poco per spaventare la casta, troppo poco per svegliare i signorotti di questa società signorile di massa (dove i signorotti siamo tutti noi).
Per questo, con estremo cinismo, è da auspicare che il Covid debba ancora dispiegare i suoi effetti catastrofici sull’economia italiana. Perché c’è disperato bisogno di una privazione di massa che modifichi l’immutabile condizione dell’attuale società sedimentatasi negli ultimi decenni e ingrossi le fila degli arrabbiati e dei bisognosi che si recano alla Bastiglia per sovvertire le sorti delle generazioni che verranno.
E ad alimentare questo processo può concorrere un altro elemento, ovvero il web. La straordinaria accessibilità alla conoscenza che questo strumento garantisce, rappresenta la più potente forma di democrazia che la nostra società possa vantare. Con la parossistica condivisione di informazioni, documenti, dati, ogni classe sociale può disporre gratuitamente di libri, giornali, film. Una comunità consapevole del mondo in cui vive fa paura, e al contempo fa sperare, sognare. Forse per questo, pur comprendendone i risvolti estremamente negativi in termini economici, non riesco a guardare alla pirateria con severità. Anzi, trovo il tutto estremamente romantico: come dei moderni Robin Hood, i pirati della rete condividono materiale consentendo alle classi disagiate di colmare il gap di conoscenza rispetto alle classi che possono permettersi di andare al cinema o nelle librerie. Se non è una forma elevata di democrazia questa, se non è la più potente arma contro la diseguaglianza questa, cosa lo è?
Andrea Pezzuto