BRINDISI – La decisione del Sindaco di Brindisi di emettere ben due ordinanze con cui si sospende, di fatto, l’attività del Petrolchimico di Brindisi ha creato una spaccatura estremamente pericolosa nel tessuto sociale del capoluogo.
Una prima lettura dei dati diffusi dall’Arpa conferma la gravità delle emissioni registratesi in atmosfera, ma allo stesso tempo ribadisce che non si può parlare di superamento del “limite annuale”, così come stabilito dal D. Lgs. 155/2010.
Le ordinanze sindacali, in queste condizioni, possono apparire, pertanto, come delle forzature che inaspriscono il clima e rendono più difficile il dialogo tra le parti. Versalis, al momento, si è limitata a rivolgere al sindaco,per due volte, una richiesta formale di ritiro delle ordinanze, ma è evidente che un eventuale ricorso alla giustizia amministrativa potrebbe essere alle porte, con conseguenze imprevedibili.
Tutto questo, come si poteva facilmente intuire anche prima di agire, ha creato una profonda spaccatura tra Amministrazione Comunale, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali.
C’è il fondato timore, infatti, che le “carte bollate” possano determinare risvolti negativi dal punto di vista occupazionale. Brindisi – va detto fuori da ogni forma di ipocrisia – non può e non deve fare a meno del Petrolchimico. Si tratta di una realtà che dà lavoro ad oltre 1.500 persone e che tiene in piedi un indotto di notevoli dimensioni. Aggiungere questi “numeri” alla già disastrosa situazione occupazionale significherebbe creare in città preoccupanti risvolti sociali.
La via di uscita – ideale per tutti e soprattutto auspicabile per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini – passa attraverso una progressiva riconversione del Petrolchimico, con l’introduzione della cosiddetta “chimica verde”.
Tutto questo – ne siamo certi – è l’obiettivo primario che intende raggiungere il sindaco Rossi, ma anche il sogno nel cassetto di imprenditori e lavoratori. Del resto, è quello che sta avvenendo in tante altre realtà, in Italia ed all’estero.
Ma siamo davvero sicuri che la strada più giusta sia quella di una ordinanza sindacale? Di un muro contro muro? O sarebbe più opportuno tentare di convincere prima di tutti il Governo ad inserire Brindisi nelle priorità nazionali per le riconversioni industriali, incentivando l’introduzione di energia alternativa, chimica verde e di altre produzioni a scarsissimo impatto ambientale?
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Ambiente della Regione Puglia