BRINDISI – Premesso che
1) La Commissione Europea ha varato un piano di investimenti c.d. del Green Deal europeo, che creerà un contesto in grado di agevolare e stimolare gli investimenti pubblici e privati necessari ai fini della transizione verso un’economia climaticamente neutra, verde, competitiva e inclusiva.
2) Lo strumento, su cui è in corso un negoziato a livello europeo, entrerà a far parte del nuovo bilancio dell`Ue 2021-27 e avrà a disposizione 7,5 miliardi di euro per mobilitare, insieme ad altre garanzie e prestiti, investimenti in Europa per un totale di almeno 100 miliardi.
Il piano si articola in tre dimensioni:
– finanziamento: il bilancio dell’UE destinerà all’azione per il clima e l’ambiente una quota di spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi privati, e in questo contesto la Banca europea per gli investimenti svolgerà un ruolo di primo piano;
– quadro favorevole agli investimenti: prevedere incentivi per sbloccare e riorientare gli investimenti pubblici e privati. L’UE fornirà strumenti utili agli investitori, facendo della finanza sostenibile un pilastro del sistema finanziario. Agevolerà inoltre gli investimenti sostenibili da parte delle autorità pubbliche incoraggiando pratiche di bilancio e appalti verdi e mettendo a punto soluzioni volte a semplificare le procedure di approvazione degli aiuti di Stato nelle regioni interessate dalla transizione giusta;
– sostegno pratico: la Commissione fornirà sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in fase di pianificazione, elaborazione e attuazione dei progetti sostenibili.
3) Il Meccanismo di transizione giusta si compone di tre pilastri:
– un fondo ad hoc, il Just Transition Fund;
– un sistema specifico nell’ambito di InvestEU,
– uno strumento di prestito della BEI.
4) Il Just Transition Fund, pensato per aiutare le regioni più povere dell’UE a muoversi verso un’economia a emissioni zero, attraverso una progressiva riduzione del consumo di combustibili fossili e il passaggio a tecnologie meno inquinanti in tutti i settori, finanzierà l’uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili nelle regioni europee che più ne dipendono, ma questo tipo di sostegno dovrà essere richiesto dallo Stato, la Regione o l’amministratore locale interessati.
5) Per accedere ai finanziamenti, gli Stati membri dovranno proporre dei piani di transizione territoriale coerenti con i Piani nazionali per l’energia e il clima per il 2030.
6) Gli Stati membri – in stretta collaborazione con i pertinenti portatori di interessi a livello nazionale, regionale e locale – saranno i principali responsabili della stesura e della messa a punto dei piani, il che garantirà loro la titolarità della transizione. I piani saranno quindi presentati alla Commissione per approvazione.
7) A febbraio 2020 la Commissione ha pubblicato un invito, rivolto agli Stati membri, nell’ambito del programma di sostegno alle riforme strutturali per accedere al meccanismo per una transizione giusta.
7) Pochi giorni fa, la Commissione europea ha approvato la richiesta presentata dall`Italia e da altri 17 Paesi Ue per fornire assistenza nella preparazione dei rispettivi piani territoriali necessari per accedere ai finanziamenti ovvero aiutare le autorità nazionali e regionali a:
– valutare l’impatto sociale, economico e ambientale della transizione e definire il processo di transizione fino al 2030;
– instaurare un dialogo tra i portatori di interessi, quali i cittadini, le imprese e la società civile, al fine di raggiungere una visione comune in merito alla gestione della transizione;
– individuare le azioni da intraprendere per realizzare con successo una transizione giusta.
Considerato che
8) Il sostegno del Fondo per una transizione giusta si basa sui piani territoriali, che ai sensi dell’approvando regolamento gli Stati membri preparano insieme alle autorità pertinenti dei territori interessati definendo il processo di transizione fino al 2030, in linea con i piani nazionali per l’energia e il clima.
9) Compete dunque, agli Stati membri individuare i territori maggiormente colpiti dalla transizione verso un’economia climaticamente neutra e sui quali si concentrerà il sostegno del Fondo per una transizione giusta, la Commissione limitandosi ad assistere gli Stati membri nella preparazione dei rispettivi piani territoriali (oltre che ad adottare e avviare poi il programma)
10) I territori ammissibili secondo l’approvando regolamento UE sono quelli maggiormente danneggiati dagli effetti economici e sociali della transizione, in particolare per quanto riguarda le previste perdite occupazionali nella produzione di combustibili fossili e le necessità di trasformazione dei processi produttivi degli impianti industriali con la più alta intensità di gas a effetto serra (v. art. 7);
11) Stando alle plurime dichiarazioni apparse sugli organi di stampa del Ministro Provenzano e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Turco:
– l`Italia, attraverso il Governo ha identificate due aree, quella di Taranto (Puglia) e del Sulcis-Iglesiente (Sardegna), per indirizzare 364 milioni di euro, capaci di mobilitare fino a 4,868 miliardi
– le proposte progettuali – nelle quali Brindisi non c’è – sono state già redatte dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero dello Sviluppo economico e del Sud nonché dalla strutta di missione Ivestitalia e inviate alla Commissione con la richiesta di assistenza tecnica;
– la Commissione europea ha approvato la richiesta presentata dall’Italia solo per Taranto e il Sulcis e supporterà il Governo italiano nella preparazione dei piani delle due aree;
– si è dunque già entrati nella fase di redazione dei piani territoriali per la quale è stato già redatto un cronoprogramma;
12) il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Turco, aggiungeva «le idee progettuali che abbiamo pensato per l’area di Taranto vertono su una strategia di transizione energetica integrata di riconversione del territorio… creazione di comunità energetiche; sviluppo infrastrutturale del porto e promozione di PMI nel settore della nautica; promozione di attività di impresa connesse al cluster aerospaziale e all’aeronautica locale; misure per promuovere l’agricoltura innovativa, l’economia circolare e blu, il turismo, l’artigianato»;
13) Il Governo italiano ha al momento chiesto alla Commissione Europea solo sostegno per la redazione di piani che comportano l’inserimento di Taranto e del Sulcis;
14) L’area di Brindisi risponde ai medesimi criteri e requisiti previsti dalla Commissione per partecipare agli investimenti del Just Transition Fund ovvero quantità di Co2 emessa dal settore industriale, uso fonti fossili, impatto della transizione energetica sull’occupazione del territorio;
15) Brindisi e la sua area industriale rischiano di restare escluse dalle aree di investimento prioritario del Just Transition Fund;
16) .La procedura, dunque, è in fase avanzata e ulteriori sviluppi precluderebbero irrimediabilmente la possibilità di inserire anche l’area di Brindisi;
17) Il 28 febbraio 2020 veniva sottoposta interrogazione parlamentare (P-001211/2020) prioritaria con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea con la quale si evidenziava che l’allegato D del Country Report Italy 2020, SWD(2020) 511 final che accompagna la comunicazione COM(2020) 150 final, individua solo l’area funzionale di Taranto, al tempo stesso parlando di centrali alimentate a carbone in Italia e si chiedeva per questo di inserire anche Brindisi nelle azioni chiave del JTF la cui area industriale risponde ai medesimi criteri e requisiti previsti dalla Commissione ed analoghi a quelli di Taranto e del Sulcis (quantità di CO2 emessa dal settore industriale, uso fonti fossili, impatto della transizione energetica sull’occupazione del territorio) – venga inserita.
18) Il 26 marzo 2020 la Commissione Europea così rispondeva alla predetta interrogazione parlamentare P-001211/2020:
«Il documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2020) 511 final fornisce orientamenti in materia di investimenti del Fondo per una transizione giusta 2021-2027 per l’Italia. Il documento evidenzia due zone che, in conformità ai criteri definiti nell’allegato I della proposta di regolamento che istituisce il Fondo per una transizione giusta, meritano un’attenzione specifica: Taranto, in quanto sede di una grande acciaieria e di una centrale alimentata a carbone, e il Sulcis Iglesiente, data la presenza di una miniera di carbone attiva.
A norma dell’articolo 7 di tale proposta, «[g]li Stati membri redigono, insieme alle autorità pertinenti dei territori interessati, uno o più piani territoriali per una transizione giusta che riguardano uno o più territori interessati». La proposta di regolamento prevede inoltre che “[t]ali territori sono quelli maggiormente danneggiati dagli effetti economici e sociali della transizione”.
La Commissione è pertanto disposta a valutare con le autorità italiane quali territori esse considerino maggiormente interessati affinché siano inseriti nei piani per una transizione giusta».
IMPEGNA
Il Sindaco, in rappresentanza dell’intero Consiglio Comunale, a:
– chiedere formalmente e con urgenza al Governo Italiano di inserire anche Brindisi e la sua area industriale nei piani territoriali in corso di redazione, attivando immediatamente la relativa concertazione con l’autorità regionale e locali;
– chiedere formalmente e con urgenza alla Regione Puglia di promuovere con fermezza presso il Governo l’inserimento di Brindisi e della sua area industriale nei piani territoriali in corso di redazione.
Il Consigliere Comunale
Giacomo Massimo CIULLO