SAN PIETRO – Egregio signor Sindaco Pasquale Rizzo,
sono una cittadina di San Pietro Vernotico, che ama il suo paese e la sua terra. Sono una studentessa tornata in terra natia circa un mese e mezzo fa. Pur provenendo da una regione non a rischio, per la correttezza e la sicurezza dei miei familiari e di tutti i miei concittadini ho provveduto ad effettuare l’auto dichiarazione e ad osservare il periodo di quarantena. Dall’emanazione del primo D.P.C.M. sono cambiate le nostre abitudini, ne sono consapevole. A quel decreto se ne sono susseguiti altrettanti che hanno provocato restrizioni alla nostra libertà: dall’obbligo di mascherine, alla distanza di sicurezza, all’evitare abbracci e baci (che per noi cittadini del sud è difficile evitare), chiusura di attività considerate non essenziali per contrastare questa emergenza sanitaria e tante altre.
Comprendo che la mia voce potrebbe essere una delle tante, ma mi sento in dovere di farle notare alcune piccole cose che, secondo il mio modesto parere, in questo Comune non hanno funzionato.
Primo punto.
Ieri 16 aprile 2020, è stata emanata da Lei un’ordinanza, che prevedeva l’obbligo di uscita di una sola persona per famiglia, una volta al giorno. Non le sembra un po’ troppo tardi? È passato esattamente un mese e lei solamente adesso emana questa ordinanza? Tutti i Comuni italiani hanno adottato questa misura, subito dopo l’emanazione del primo decreto. Basta seguire qualche servizio di telegiornali locali e nazionali.
Secondo punto.
Noto con molta contraddizione a quanto emanato, il voler sanificare e portare al miglioramento la situazione nella marina di San Pietro Vernotico. Mi chiedo, non le sembra un po’ troppo presto e avventato pensare alla stagione estiva? La pandemia, credo che ne siamo un po’ tutti convinti, non svanirà il giorno in cui il Presidente del Consiglio dichiarerà la fine della quarantena o l’inizio della possibile Fase 2. Per ritornare alla normalità ci vorranno altrettanti mesi di riassestamento. Per quanto io ami il mare, capisco il mio dovere e quello per cui sono chiamata a fare e non credo sia una priorità preparare la stagione estiva. Quello a cui siamo chiamati è un sacrificio, certo, ma è un dovere civile salvaguardarci e salvaguardare gli altri. Ritengo giusto adibire il parco giochi per garantire il divertimento ai bambini, che più di tutti stanno soffrendo, però le vorrei ricordare che abbiamo un parco giochi e una piazza veramente grande anche a San Pietro per fare divertire i bambini.
Terzo punto.
Perché in un paese di 13.000 abitanti circa, la gente circola così liberamente? Ritengo sia fin troppo anomalo che in un paese, con la caserma dei carabinieri, la caserma dei finanzieri e la polizia municipale, la gente continui a proseguire la propria vita come se nulla fosse?
Abito nei pressi di una piccola piazzetta e non è difficile notare piccoli assembramenti quotidiani di tre o più persone che si incontrano per chiacchierare, senza alcuna misura protettiva.
È evidente che non vi sono molti controlli forse non ci sono. Siete sicuri di effettuare controlli sulle piazze comunali?
Quarto punto.
In uno dei D.P.C.M. emanati, se non ricordo male, si parlava di ‘divieto di assembramenti’, oggi si è tenuto il flash mob, al quale erano presenti Lei, la protezione civile e le forze dell’ordine. Il flash-mob, come lei sa, è un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico. Anche qui noto una contraddizione, benché lo stesso flash mob si sia svolto seguendo le basilari norme di sicurezza.
Concludo dicendo che amo il mio Paese, e in qualità di comune cittadina ed amante delle materie giuridiche ho sentito il dovere di difenderlo e di farle presente ciò che, secondo il mio umile pensiero, non ha funzionato in questo periodo di Covid-19. Spero possa apprezzare il mio pensiero e anche un po’ la mia sincerità.
Una studentessa di Giurisprudenza lontana, ma vicina al proprio Paese