BRINDISI – Mai avrei pensato che un’emergenza sanitaria nazionale (e mondiale) potesse mettere a nudo la spietatezza della vecchia politica (da destra a sinistra) nei confronti di persone, cittadini, medici, infermieri e operatori della sanità che ogni giorno rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. Ho sin dall’inizio deciso di seguire l’emergenza Covid-19 mettendo da parte qualsivoglia aspetto legato alla strumentalizzazione politica a favore di quello decisamente più operativo ed utile a risolvere (nei limiti delle mie competenze e possibilità) i problemi dei cittadini in questa delicatissima fase. Per questo, sino ad oggi,ho evitato la polemica, ho evitato azioni o comunicati che potessero in qualche modo scatenare panico o tensione sociale tra la gente. Non è questo il modo di fronteggiare una guerra inaspettata e spietata, né tanto meno è questo il momento di facili ed inutili strumentalizzazioni utili solo ad avere qualche like in più; arriverà (si spera presto) il tempo delle valutazioni, dei giudizi, delle prese di posizione e delle responsabilità (anche più strettamente politiche) di chi ha fatto cosa e di come lo è stato fatto.
In tutto questo marasma, però, ieri, con la chiusura momentanea del reparto di pneumologia dell’Ospedale Perrino, si è toccato dal mio punto di vista il punto più basso dello sciacallaggio politico, con le firme e dichiarazioni dei soliti noti, da destra a sinistra. C’è chi, a destra ad esempio, non riesce proprio a fare a meno di calpestare la dignità di chi lavora ogni giorno in trincea per combattere il nemico (Covid-19) o di chi tragicamente ci lascia persino la vita, intento ad urlare al lupo al lupo, sbraitando ed inveendo contro tutto e tutti, senza allo stesso tempo produrre la benché minima proposta sensata di risoluzione di un solo problema (se non con la classica frase “chiudiamo tutto”, in stile Stazione di Brindisi per intenderci), dimenticando che la tragica situazione sanitaria che viviamo oggi, anche in Provincia di Brindisi, è figlia proprio dei governi nazionali e regionali di destra che hanno dato inizio alla politica dei tagli miliardari alla sanità pubblica. Quella stessa politica che decide di essere ancora sorda quando si parla invece di tagliarsi il proprio stipendio, perché si sa, toccatemi tutto ma (cascasse il mondo) non il mio portafoglio.
O ancora c’è chi, a livello regionale, a sinistra ad esempio, ha fatto della sanità il proprio frutto elettorale, da spolpare fino all’ultima goccia, dimenticando che a governare la regione negli ultimi 15 anni ci sono sempre stati loro, con le solite stesse facce e qualche new entry che di nuovo hanno solo il viso o l’età anagrafica. La Regione e i consiglieri che oggi parlano e (giustamente) si lamentano della cattiva gestione della sanità in provincia di Brindisi, sono gli stessi che hanno contribuito a ridurre il SSR ad un colabrodo a favore di quei privati a cui hanno sempre strizzato l’occhio. Sono gli stessi che magari hanno svenduto il proprio territorio per qualche poltrona, senza pensare al domani e alle comunità che avrebbero invece dovuto tutelare ma concentrandosi solo sul presente e sui loro interessi (elettorali). Sono anni che i sindacati della Provincia di Brindisi gridano allo scandalo di una Sanità e di un piano di riordino regionale folle, di politiche sanitarie che hanno completamente dimenticato la tutela della salute dei cittadini della provincia di Brindisi a scapito di qualche conto risanato; sono anni che tutti gli ordini professionali rappresentativi di medici ed infermieri lamentano le croniche e non più procrastinabili criticità territoriali, parliamo di anni, e non adesso che il terreno sotto i piedi sta crollando un pò a tutti. Ora tutti (la parte politica) si lamentano forse perchè consci che questa maledetta guerra può colpire tutti, anche loro.
L’Ospedale Perrino non doveva essere utilizzato come Ospedale Covid-19, si sente ripetere come un mantra, ma se siete stati voi a far chiudere mezzi ospedali della provincia e quella povera metà rimasta l’avete anche svuotata di personale, di reparti e attrezzature, mettendo a rischio la vita di tutti, oggi più che mai.
Almeno oggi che siamo in guerra, dovremmo essere onesti intellettualmente, con i cittadini prima di tutto, e allora diciamo che il Perrino oggi è Ospedale Covid-29 perché era l’unico (seppur con tutte le inadeguatezze del caso e per le ragioni sopra esposte) a poter dare risposte nell’immediato all’emergenza; poi l’errore umano è sempre dietro l’angolo, quando si pensa più a salvare la vita degli altri che non la propria e ai medici ed infermieri oggi infetti del reparto di Pneumologia di Brindisi (già sanificato fortunatamente) va tutto il nostro ringraziamento e augurio per una pronta guarigione. Si è già in cerca di nuovi medici ed infermieri per poter immediatamente riaprire il reparto e in questo momento non possiamo che affidarci al senso di responsabilità di chi sta affrontando questa guerra a mani quasi nude.
Che il Piano di Contenimento Covid-19 regionale abbia per l’ennesima volta dimenticato Brindisi è notorio e non ci si poteva aspettare altro da chi ci ha sempre considerato Brindisi come la cenerentola di Puglia; c’è (e c’era anche prima) la necessità di fare i tamponi a tutti gli operatori sanitari così come servirebbero molti più DPI di quelli che dalla Protezione Civile Nazionale arrivano sul territorio regionale, ma non è certo scrivendo decine di comunicati o attaccando chicchessia che questi problemi si risolvono. Questo è solo il momento della condivisione, del supporto reciproco con tutte le nostre forze, competenze e buon senso, adesso bisogna solo aiutare, ascoltare chi è in trincea e non permettere che gli tutti operatori sanitari (nessuno escluso) da eroi si trasformino in martiri, anche per errori politici, ma per fare questo c’è bisogno di unità, il tempo delle schermaglie presto ritornerà se uniti sconfiggiamo il Covid-19.
Gianluca Bozzetti Consigliere regionale M5S