L’Assessore regionale: “Ricadute inimmaginabili sull’occupazione. Subito 500 euro per i lavoratori come avvenuto in Lombardia”
L’assessore allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino, ha diffuso la seguente nota:
“È certamente giusta e condivisibile la decisione assunta ieri dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, di estendere a tutto il territorio nazionale le misure restrittive già previste nei giorni scorsi per la cosiddetta “zona rossa” al fine di limitare il contatto tra le persone e contenere, così, l’emergenza sanitaria determinata dal diffondersi dell’epidemia del COVID-19.
In tal modo, come affermato dal premier ieri sera nel corso di una drammatica conferenza stampa, tutta Italia diviene un’unica “area protetta” omogenea in cui applicare le stesse iniziative in modo da fronteggiare la situazione epidemiologica estremamente complessa e delicata che stiamo vivendo.
Ma ora occorre fare, con la massima urgenza, un ulteriore sforzo per sostenere le attività economiche che, in tutta Italia e, quindi, anche in Puglia, stanno già subendo delle ripercussioni pesantissime dalla crisi in atto che stanno mettendo in ginocchio complessivamente il nostro sistema produttivo, con il rischio di generare una spirale recessiva con ricadute inimmaginabili sui livelli occupazionali.
La Regione Puglia, nei limiti delle sue competenze, ha approvato nei giorni scorsi un primo pacchetto di misure per sostenere il nostro sistema economico ma, evidentemente, è necessario che il Governo centrale stanzi immediatamente una mole di risorse adeguate a far fronte alla situazione di straordinarietà e urgenza che ci troviamo ad affrontare, anche in deroga rispetto a qualunque vincolo di bilancio previsto a livello europeo.
Da questo punto di vista i 7,5 miliardi di euro di cui ha parlato il premier Conte nei giorni scorsi, possono rappresentare certamente una prima, utile, risposta ma probabilmente non sono sufficiente e ci aspettiamo già nelle prossime ore lo stanziamento di risorse ben maggiori per dare una necessaria boccata d’ossigeno al nostro sistema produttivo.
È infatti indispensabile che, esattamente come è stato fatto per le misure di contenimento della epidemia, siano estese a tutte le regioni italiane le misure a sostegno delle attività economiche previste nel Decreto Legge 2 marzo 2020 n. 9, per la sola “zona rossa” e cioè solo per alcune aree della Lombardia e del Veneto.
Si tratta, solo per fare alcuni esempi, di misure finalizzate a sospendere i termini per i versamenti di tasse e tributi o per il pagamento della rate dei mutui, delle cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, o degli addebiti emessi dagli enti previdenziali e assicurativi.
Allo stesso modo sono necessarie, per tutto il territorio nazionale, misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori dipendenti e autonomi e di potenziamento degli ammortizzatori sociali, come l’estensione della Cassa integrazione ordinaria e la conseguente possibilità di sospendere la Cassa integrazione straordinaria per le imprese che vi abbiano fatto ricorso prima dell’emergenza sanitaria in modo che possano sostituirla con la Cassa integrazione ordinaria.
Occorre anche pensare immediatamente, come fatto per la sola “zona rossa” di Lombardia e Veneto, individuata con il DPCM del 1° marzo scorso (ormai superato), ad una indennità di 500 euro al mese, per il periodo necessario, per i lavoratori che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, per gli agenti commerciali, per i professionisti e per i lavoratori autonomi, parametrandola alla effettiva durata della sospensione dell’attività.
Come Governo regionale stiamo facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità, da un lato, per contenere l’emergenza sanitaria, con lo straordinario impegno che il Presidente Michele Emiliano sta mettendo in campo, 24 ore al giorno, al fine di rendere la Puglia pronta a fronteggiare il picco dell’epidemia nella nostra regione, e, dall’altro, per fronteggiare le ripercussioni di carattere economico che si stanno già producendo.
Per questo, però, è indispensabile un intervento tempestivo e non più procrastinabile del Governo centrale, che avvii una “fase due” per contrastare il rischio incombente di declino economico del Paese, con misure omogenee per tutto il territorio nazionale dal momento che tutta Itaia, oggi, vive la stessa drammatica situazione”.