BRINDISI – A passi piccoli, molto piccoli. Il Brindisi prosegue la sua mini striscia positiva di due partite nelle quali raccoglie due punti (Domenica scorsa contro il Grumentum, oggi contro l’Andria). Il percorso non è certamente esaltante, ma quantomeno non si incassano sconfitte che potrebbero compromettere ancor di più il discorso salvezza. Del resto, un famoso allenatore affermava: “quando non si riesce a vincere, l’importante è non perdere…”.
E qui il nocciolo della questione: perché il Brindisi non riesce a vincere? Le motivazioni sono molteplici, tutte scatenate da quella principale: la confusione e l’inerzia societaria degli ultimi tempi. Situazione questa che si è riflessa inevitabilmente sui giocatori, molti dei quali non messi nelle condizioni di dare il massimo; una rosa troppo corta, infoltita ultimamente di under poco decisivi e di giocatori semi sconosciuti e non in forma come Dorato; una situazione di scoramento generale da parte del tifo e tanto altro ancora.
Non sono le migliori premesse per poter assistere ad un finale di campionato dignitoso, ma l’ex Presidente Vangone rilancia e afferma di voler ripartire anche da solo l’anno prossimo – certo della salvezza – per un campionato di vertice.
Pensiamo prima al presente, perché la zona playout dista ancora troppi pochi punti e lo spettro di una Eccellenza, seppur adesso piuttosto lontana, potrebbe risultare molto meno distante laddove tutte le componenti di questo giocattolo semirotto dovessero definitivamente sfaldarsi.
Quanto alla partita, ben poco da dire: match noioso, con pochissime occasioni da gol da parte delle due squadre fermate dalla paura di perdere piuttosto che vogliose di aggiungere tre punti alla classifica. Le pagelle sono molto semplici: sufficienza piena alla difesa, insufficienza abbondante all’intero centrocampo del tutto incapace di fornire palloni giocabili agli attaccanti ed, infine, un attacco impalpabile.
Unici a salvarsi quest’oggi Tourè, Dario e Pizzolato nelle uscite.
Luigi Rubino