L’Ora della psicologa – Lo stalker crea empatia: un allarme da non sottovalutare
BRINDISI – Nei giorni scorsi è stata mandata in onda da Netflix la seconda stagione di You, una delle serie evento del 2018 (secondo i dati rilasciati da Netflix, ha ottenuto più di 40 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo). Una serie che affronta un problema molto sentito al giorno d’oggi: la stalkerizzazione e la violenza sulle donne. You, infatti, è una storia strana, disturbante, coinvolgente. I confini che separano amore, gelosia, violenza e follia spesso sono molto sottili e pericolosamente intricati. Questa serie ne mostra alla perfezione gli effetti, ponendoci nella prospettiva del carnefice. La trama iniziale è molto semplice: Joe Goldberg, responsabile di una libreria della città di New York, incontra Beck, aspirante scrittrice. L’uomo utilizzerà tutti i social network per stalkizzare la ragazza, avvicinandosi a lei ed iniziando così una relazione amorosa. Joe Goldberg si trasformerà lentamente in un uomo pericoloso, eliminando ogni ostacolo – e persona – sulla propria strada per avere tutte le attenzioni di Beck su di lui.
L’intento principale della serie è uno, ovvero quello di rispondere a una domanda: “cosa faresti per amore?”. Secondo il protagonista Joe Goldberg (e non solo visti i recenti fatti di cronaca), si può fare di tutto, anche arrivare ad uccidere. Perdersi tra la folla, fermarsi, puntare gli occhi su una ragazza e proiettare su di lei tutte le attenzioni che pensa di meritare, anche a costo di farle del male o addirittura ucciderla.
Joe Goldberg è il perfetto psicopatico: è nevrotico, narcisista, egocentrico, terribilmente bisognoso d’amore. È insicuro, convintissimo, solo, perduto. Terribilmente ossessivo. È innamorato della propria idea dell’amore, ma non ama davvero. La sua idea di amore è un sentimento completamente sbagliato che non ha niente del significato vero e proprio della parola. È fragile, disperato, pronto a eroici slanci amorosi, ma anche allo stalking più bieco e terrificante. Ama un amore che si racconta, del quale si convince, in cui vuole disperatamente credere. Joe è un giovane innamorato, talmente devoto alla sua anima gemella da sviluppare una vera ossessività, che a tratti sfocia anche in pensieri omicidi e non solo. Ciò che è interessante è come il protagonista continui a ritenersi un «bravo ragazzo» nonostante tutti i delitti di cui si è macchiato.
Tuttavia, la cosa davvero inquietante è che Joe abbia riscosso grandi simpatie e ottenuto l’empatia dei telespettatori. Nessuno dovrebbe trovare affascinante la psiche di una persona disturbata come il protagonista di You. Invece, nei vari social network, si è espressa forte solidarietà nei suoi confronti. Infatti, oltre ad acquisire subito una grande popolarità, questo personaggio ha anche provocato una serie di opinioni contrastanti fra i tanti telespettatori. Se in minor parte si sono detti spaventati dalla mente contorta del protagonista, altri ne sono rimasti estremamente affascinati, giustificando persino le azioni dell’uomo. Analizzando i numerosi tweet inviati all’attore di You si può notare che la maggior parte di essi hanno tutti una cosa in comune: romanticizzare la condotta del protagonista. Una condotta che, ovviamente, dovrebbe essere considerata sbagliata, pericolosa, essendo Joe Goldberg uno stalker. Ma pare che gli spettatori, invece di concentrarsi su questi aspetti della serie televisiva, si siano focalizzati su come sia immeritevole, orribile e antipatico il personaggio di Beck. Niente di nuovo insomma, dal momento che spesso nei casi di aggressione, in particolare nei confronti delle donne, è come se a queste ultime venisse richiesto di fare qualcosa per evitare l’aggressione, come se siano ritenute responsabili o comunque meritevoli dell’abuso subito, fino ad essere guardate con sospetto al momento della denuncia. Studi dimostrano infatti che vi è spesso la tendenza a focalizzarsi sulla prospettiva del colpevole, dimostrando una maggiore empatia verso gli uomini. E ancora una volta, concentrarsi sulla prospettiva dell’uomo portava a incolpare maggiormente la donna. Forse, Joe e tanti altri vengono giustificati poiché quando si parla di colpo di fulmine, istintivamente, pare che tutto sia legittimo, in quanto la probabilità che si possa incontrare la propria anima gemella è talmente remota, soprattutto in una grande città, che, una volta che accade, sembra la si debba salvaguardare in qualsiasi modo, lecito oppure no. Ma amare una persona non è mai un circuito a senso unico. E nei comportamenti dello psicopatico emergono più che mai le antiche pulsioni: Eros e Thanatos. La prima pulsione orienta alla vita, all’amore e al tentativo di aggrapparsi il più possibile all’oggetto amato, mentre Thanatos è l’impulso che spinge alla Morte, unica maniera per impedire all’oggetto di staccarsi o allontanarsi. Sfociando a pieno titolo dentro i meandri di una patologia, in cui tutto dell’amata diventa attrazione folle, in You, come nella vita reale, la ricerca dell’essenza dell’altro è talmente forte da ideare un processo mentale in cui le due pulsioni si fondono, entrambe con un unico scopo: non perdere l’altro, trattenerlo a sé, a qualunque costo.
Joe non ama Beck, la vuole solo possedere, come una proprietà, un oggetto, e si crea nella testa la figura di una donna che non esiste: ne interpreta i pensieri e i sentimenti, la spia e la manovra, boicottando la sua carriera e allontanandola dalle amiche.
Tutto è razionale, tutto ha un filo logico nella sua testa. Proprio in questo, forse, consiste l’orrore della serie: il male più profondo è quello che si nasconde dietro una solida barriera che ne nasconde la natura.
Viviana Guadalupi, Psicologa