Home Sport Basket Con Martin sono 11 vinte su 13. Segno più in borsa e mirino sulla Coppa
Con Martin sono 11 vinte su 13. Segno più in borsa e mirino sulla Coppa
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Con Martin sono 11 vinte su 13. Segno più in borsa e mirino sulla Coppa

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BRINDISI – Rientra Martin e Brindisi ne vince tre su tre. Un caso? Forse no, soprattutto se si allarga il campo e si constata che con “RareHeart” in campo il ruolino di marcia segna 11 vinte su 13. Senza di lui, invece, 4 sconfitte su 6 gare.

Martin è un equilibratore come pochi, il giocatore capace di mettere la toppa dove i compagni lasciano i buchi, il collante offensivo, quello in grado di compiere la giocata d’energia che cambia l’inerzia nelle fasi calde di una partita.

Detto ciò, a Brescia l’Happy Casa ha vinto grazie al talento sconfinato di Stone, che ti fa incazzare e godere senza soluzione di continuità. I suoi 7 punti nei 5 minuti finali sono stati di puro strapotere tecnico e atletico. Il tutto, incastonato in una prestazione da 22 punti e 9 rimbalzi con percentuali al tiro da sogno. Questo Stone, d’altronde, non ha nulla a che spartire con Brindisi e con il campionato italiano. Al pari del suo fratello pigro e svagato che si fa portare a spasso in difesa e si accontenta dei tiri da sette metri. Quello che corre il campo, attacca in palleggio grandi e piccoli con una naturalezza e un’efficacia sconvolgenti, invece, è un giocatore di uno-due piani superiori.

La prestazione sciorinata dalla squadra a Brescia, probabilmente, non è stata delle migliori, ma l’Happy Casa ha dimostrato di poter vincere senza un Banks particolarmente impattante nel secondo tempo, senza il suo playmaker titolare che a 16 minuti dalla fine aveva già commesso il suo quarto fallo, ma soprattutto con una difesa che ha costretto gli avversari a tirare per la seconda volta di fila sotto il 50% da due (altre volte li ha costretti a tirare con poco più del 15% da tre, segno comunque di un condizionamento sugli avversari) e con una panchina forte come mai prima d’ora.

Insomma, i segnali positivi sono tanti, e Thompson, Stone, Brown e Sutton sono in crescita fisica e mentale. Provare ad alzare la coppa è un dovere. Come ogni anno. Con Frank, d’altronde, non potrebbe essere altrimenti.