BRINDISI – A meno di dieci giorni dalla scadenza del termine, l’amministrazione Rossi non ha ancora fornito ai consiglieri comunali una bozza del piano di riequilibrio finanziario, né è prevedibile quando questo accadrà. La conseguenza sarà un contingentamento dei tempi di discussione in Consiglio, con buona pace di quanti ancora credono nel confronto democratico, troppo spesso calpestato da questa maggioranza.
Questa volta sarà difficile, per il sindaco Rossi e i suoi collaboratori più stretti, convincere i consiglieri comunali di maggioranza ad alzare la mano per votare un piano di riequilibrio che si preannuncia pieno di lacrime e sangue, soprattutto per i cittadini che saranno costretti a sobbarcarsi le conseguenze di una totale incapacità amministrativa.
Si continua a navigare a vista e al contempo si spera di non arrivare in Consiglio con un Parere negativo sul Piano di riequilibrio pluriennale da parte del Dirigente del settore finanziario.
Allo stato, sulla base delle relazioni consegnate da alcuni dei dirigenti, sono prevedibili conseguenze drammatiche per i cittadini. Un esempio su tutti è rappresentato dagli asili nido. Il dirigente propone la dismissione dei cinque asili nido comunali. In tal caso, il Comune si limiterebbe a cedere a terzi le strutture, con l’obbligo di attivare asili nido a gestione privata. Una scelta folle che creerà inevitabilmente disagi alle famiglie.
Si ipotizza, inoltre, la cancellazione del contributo sul canone di locazione ed il contributo straordinario per malattia per chiunque usufruisce del reddito di cittadinanza.
Infine, il trasporto degli alunni delle zone rurali verrebbe totalmente cancellato, così come quello riservato agli alunni disabili. Il tutto, in cambio di un contributo economico alle famiglie. Un vero e proprio schiaffo ai bisogni dei più deboli.
A fronte di proposte così concrete (e fortemente penalizzanti per i brindisini), Sindaco e assessori non fanno sapere quali sono le loro intenzioni. Si limitano ad attaccare chiunque si permetta di mettere in discussione il loro operato. Ed a pochi giorni dal consiglio comunale in cui dovrà essere approvato il “piano” non esiste ancora un solo documento ufficiale, né la maggioranza ha le idee chiare. Ieri, in commissione Bilancio, il Presidente ha chiesto a tutti, soprattutto ai rappresentanti delle opposizioni, di fare proposte per redigere il piano di riequilibrio. Una richiesta apprezzabile, ma assolutamente tardiva, tanto da sembrare solo una provocazione. Tutti ricordano che in occasione della votazione della delibera di ricorso al c.d. predissesto, i consiglieri azzurri si astennero. Sebbene Forza Italia non fosse d’accordo con un rimpasto degli assessori che portasse ad una giunta di salute pubblica che aveva il sapore di un inciucio e di un assalto alle poltrone, i consiglieri Cavalera e Quarta offrirono al Sindaco piena collaborazione affinché si addivenisse ad un percorso partecipato, capace di approdare a scelte condivise nell’interesse esclusivo dei cittadini. Offerta che il Sindaco Rossi ha rispedito al mittente arroccandosi su posizioni autoreferenziali, assunte nelle quattro mura della sala giunta, senza alcun coinvolgimento di quanti ora sono chiamati, in prima persona, a metterci la faccia.
In aula vedremo chi avrà il coraggio di alzare la mano avendo la piena consapevolezza di cosa sta votando e delle conseguenze che deriveranno per la città, soprattutto ove si considerino le eventuali responsabilità contabili che possano derivarne laddove non si riesca a mantenere gli impegni assunti ed il Comune precipiti nel dissesto.
La verità è che il Sindaco che “doveva cambiare la storia” è davvero giunto al capolinea. Sui libri di storia cittadina ci finirà come colui che ha ipotecato il futuro delle prossime generazioni per un ventennio.
Si continua a navigare a vista e al contempo si spera di non arrivare in Consiglio con un Parere negativo sul Piano di riequilibrio pluriennale da parte del Dirigente del settore finanziario.
Allo stato, sulla base delle relazioni consegnate da alcuni dei dirigenti, sono prevedibili conseguenze drammatiche per i cittadini. Un esempio su tutti è rappresentato dagli asili nido. Il dirigente propone la dismissione dei cinque asili nido comunali. In tal caso, il Comune si limiterebbe a cedere a terzi le strutture, con l’obbligo di attivare asili nido a gestione privata. Una scelta folle che creerà inevitabilmente disagi alle famiglie.
Si ipotizza, inoltre, la cancellazione del contributo sul canone di locazione ed il contributo straordinario per malattia per chiunque usufruisce del reddito di cittadinanza.
Infine, il trasporto degli alunni delle zone rurali verrebbe totalmente cancellato, così come quello riservato agli alunni disabili. Il tutto, in cambio di un contributo economico alle famiglie. Un vero e proprio schiaffo ai bisogni dei più deboli.
A fronte di proposte così concrete (e fortemente penalizzanti per i brindisini), Sindaco e assessori non fanno sapere quali sono le loro intenzioni. Si limitano ad attaccare chiunque si permetta di mettere in discussione il loro operato. Ed a pochi giorni dal consiglio comunale in cui dovrà essere approvato il “piano” non esiste ancora un solo documento ufficiale, né la maggioranza ha le idee chiare. Ieri, in commissione Bilancio, il Presidente ha chiesto a tutti, soprattutto ai rappresentanti delle opposizioni, di fare proposte per redigere il piano di riequilibrio. Una richiesta apprezzabile, ma assolutamente tardiva, tanto da sembrare solo una provocazione. Tutti ricordano che in occasione della votazione della delibera di ricorso al c.d. predissesto, i consiglieri azzurri si astennero. Sebbene Forza Italia non fosse d’accordo con un rimpasto degli assessori che portasse ad una giunta di salute pubblica che aveva il sapore di un inciucio e di un assalto alle poltrone, i consiglieri Cavalera e Quarta offrirono al Sindaco piena collaborazione affinché si addivenisse ad un percorso partecipato, capace di approdare a scelte condivise nell’interesse esclusivo dei cittadini. Offerta che il Sindaco Rossi ha rispedito al mittente arroccandosi su posizioni autoreferenziali, assunte nelle quattro mura della sala giunta, senza alcun coinvolgimento di quanti ora sono chiamati, in prima persona, a metterci la faccia.
In aula vedremo chi avrà il coraggio di alzare la mano avendo la piena consapevolezza di cosa sta votando e delle conseguenze che deriveranno per la città, soprattutto ove si considerino le eventuali responsabilità contabili che possano derivarne laddove non si riesca a mantenere gli impegni assunti ed il Comune precipiti nel dissesto.
La verità è che il Sindaco che “doveva cambiare la storia” è davvero giunto al capolinea. Sui libri di storia cittadina ci finirà come colui che ha ipotecato il futuro delle prossime generazioni per un ventennio.
Coordinamento cittadino Forza Italia – Brindisi