No ideologici, discariche abusive, roghi tossici, Tari tra le più alte d’Italia e differenziata lontanissima dal target minimo: il fallimento di Vendola, Emiliano e dei sindaci della nuova Terra dei fuochi
BRINDISI – I pugliesi pagano la terza Tari più alta d’Italia (dopo Campania e Sicilia), a Brindisi il costo della Tari è di 396 euro di media annui e la percentuale di raccolta differenziata è ormai stabilmente sotto il 50%, ovvero circa 20 punti percentuali in meno rispetto al target minimo fissato dal Governo regionale. A
Brindisi, come denunciato dall’Amministrazione comunale e dalle forze dell’ordine, i roghi di rifiuti tossici si moltiplicano, e tale pratica illegale sta divenendo un’autentica emergenza, tanto da sollecitare il Sindaco Rossi e l’Assessore Lopalco a un appello rivolto ai cittadini affinché questa non diventi una “terra dei fuochi” (più di quanto già non lo sia sempre stata).
In Puglia si è detto “no” a termovalorizzatori e inceneritori pubblici, quando ne esiste uno privato in funzione a Massafra e ne esistono ben 126 disseminati nel territorio francese, simili a quello di Bolzano, che brucia rifiuti producendo energia elettrica e termica per riscaldare 10.000 case e illuminarne 20.000.
Eni ha parlato dei rifiuti come il petrolio del futuro e sta immettendo sul mercato impianti per la trasformazione del rifiuto organico in energia.
Mentre tutto questo avviene in Italia e in Europa, in Puglia la gestione Vendola ed Emiliano non ha prodotto altro che discariche abusive, roghi incontrollati con la immaginabile compartecipazione della malavita e Tari tra le più alte d’Italia.
Tutti aspettano la realizzazione degli impianti pubblici inseriti nel Piano regionale presentato da Emiliano, che contemplano anche la chiusura del ciclo dei rifiuti in loco per la Provincia di Brindisi, ma la realtà è che mentre altrove il mondo evolve, in Puglia e a Brindisi, negli ultimi 10 anni, la situazione era e resta drammatica.
Andrea Pezzuto