San Pietro – La storia del cimitero comunale. Sesto capitolo: il problema idrogeologico non ancora risolto
SAN PIETRO – Appaltati i lavori del nuovo progetto di ampliamento del cimitero comunale, restava ancora da risolvere il problema del dissesto idrogeologico. Ricordiamo che il progetto generale di mitigazione del rischio idraulico, venne “spacchettato” in 3 progetti:
-1°lotto, 1°stralcio, intervento sul canale: importo progetto € 1.300.000,00;
-1° lotto, 2° stralcio, intervento sul canale: importo progetto € 650.000,00;
-2° lotto, realizzazione dei ponti: importo progetto € 1.250.000,00.
Il progetto complessivo, cosi come per il progetto di realizzazione del cimitero, inizialmente non aveva la totale copertura finanziaria: mentre infatti il primo intervento sui canali trovava copertura nel finanziamento dell’intervento sul canale “Fica nera” (poi dirottato sul canale Infocaciucci) e la realizzazione dei ponti da un finanziamento sul canale “Marrese” (anch’esso dirottato sul canale Infocaciucci), il 1° lotto, 2° stralcio non aveva nessuna copertura finanziaria.
Nel Maggio 2014 si sottoscriveva il contratto d’appalto relativamente ai lavori di realizzazione dei ponti. Per i lavori relativi al 1°Lotto 1°stralcio invece, durante la loro realizzazione, si manifestavano una serie di esigenze, non previste in progetto, anche se alcune di esse espressamente richieste in fase di rilascio di parere da parte dell’Autorità di Bacino, atte a migliorarne le prestazioni idrauliche e strutturali dell’opera, garantendone la corretta funzionalità, nonché si manifestava la necessità di dar soluzione alla presenza di interferenze che non consentivano il regolare svolgimento dei lavori, quali lo spostamento di un collettore della fogna nera, di un cavidotto Enel di media tensione, di pali Enel di distribuzione della MT (media tensione) e di alcuni pali e armadi della pubblica illuminazione.
A seguito di sopralluogo eseguito dal personale Enel emergeva inoltre la necessità di procedere all’allargamento della viabilità di servizio nel tratto a monte del ponte sulla ex provinciale SP 84 e la realizzazione, a cura del comune di San Pietro V.co, di cavidotti in corrugato da porre in opera secondo le specifiche Enel lasciate in fase di sopralluogo.
Nel frattempo i lavori relativi al 1°Lotto 1° Stralcio procedevano, con emissione di due SAL (stato avanzamento lavori) per l’importo complessivo di € 301.122,83 pari al 41,145% dell’importo contrattuale, ma subivano inevitabili rallentamenti a causa delle interferenze precedentemente indicate, tanto che il 2 Aprile 2015 i lavori venivano sospesi.
Anche i lavori del 2°Lotto subivano dei rallentamenti, probabilmente a causa di alcuni errori progettuali: non era si era tenuto conto dell’innalzamento di quota del ponte, prevedendo sostanzialmente un ponte a raso.
Per quanto riguarda i lavori relativi al 1°Lotto 2°Stralcio, che inizialmente non aveva copertura finanziaria, la Regione Puglia accoglieva l’istanza volta ad utilizzare le economie di gara del 1°stralcio pari ad € 234.088,60 e ad ottenere la residua quota parte di finanziamento sul P.O. FESR 2007/2013 per € 415.911,40 allo scopo di finanziare interamente il secondo stralcio del primo lotto dell’importo complessivo di € 650.000,00.
Nel Marzo 2015 si affidavano gli incarichi per la redazione della progettazione esecutiva, che veniva approvata il 1°Giugno 2015 quando, in contemporanea con gli scrutini delle elezioni comunali, Rizzo convocava una riunione di giunta.
Il nuovo Sindaco Maurizio Renna si trovava quindi un progetto esecutivo da appaltare e completare entro il 31 Dicembre 2015, pena il definanziamento. Dopo alcune interlocuzione con la Regione Puglia, e visti i tempi ristretti per eseguire i lavori, si decideva di non appaltare i lavori e procedere con il definanziamento su proposta della Regione Puglia: da lì a poco infatti la stessa Regione avrebbe pubblicato dei nuovi bandi di finanziamento ed il Comune di San Pietro sarebbe risultato beneficiario di un finanziamento di € 650.000,00 a completa copertura del progetto del 1°Lotto 2°Stralcio.
Ad oggi, nonostante i vari proclami, ed a distanza di oltre 10 anni dall’individuazione del problema idrogeologico, i lavori non sono ancora del tutto completi.
Si può forse ora comprendere come, anche nella più rosea ipotesi di rispetto del cronoprogramma sia da parte di Cimiteriali, sia da parte del Comune nel rilascio delle approvazioni, mai il nuovo cimitero, nella sua interezza, sarebbe potuto risultare agibile, sin quando le opere di mitigazione del rischio idraulico fossero state ultimate, collaudate e verificate ai fini della nuova perimetrazione PAI (piano assetto idrogeologico).
Luigi Epifani