INTERVISTA – Il Prof. Pirro: “Lyondell Basell ed Edison non incoraggiati dal Sindaco a investire a Brindisi. Regione vorrebbe portare biopetrolio a Brindisi: Rossi dirà di nuovo no? Le aziende non possono stare dietro ai ‘ni’ di un Sindaco”
BRINDISI – Intervista al docente universitario di Storia dell’industria presso l’Università di Bari, prof. Federico Pirro, che ha partecipato anche alla redazione dei piani di sviluppo strategico delle Zes ionica e adriatica.
ZES: ATTRARRE INVESTIMENTI CINESI, SNELLIRE LE PROCEDURE E REALIZZARE LE INFRASTRUTTURE NECESSARIE
“Per le Zes bisogna dire che non c’è ancora nulla di ufficiale sulla Gazzetta Ufficiale riguardo l’atto istitutivo delle stesse, ma il comitato d’indirizzo, con l’Autorità portuale, si sta già muovendo, tanto che il Presidente Patroni Griffi è a Pechino in compagnia di altri presidenti delle autorità portuali. Vi è inoltre la collaborazione dell’Istituto bancario Intesa San Paolo: l’intento è quello di attrarre investimenti di gruppi cinesi. Va detto comunque che non bisogna mitizzare le Zes, poiché emergono problemi sia per mancanza di infrastrutture idonee sia perché alcune aree risultano sature, pertanto non sarà facile. Lo dico con cognizione perché ho partecipato alla stesura dei due piani di sviluppo strategico della Zes ionica e di quella adriatica.
I kit localizzativi sono utili perché i comuni si possono esprimere attuando sgravi fiscali. Certo, accanto a questo servono procedure snelle, perché le aziende, ad esempio, devono poter contare su tempi certi per le concessioni edilizie rilasciate dai comuni; devono poter contare sulla velocità di esecuzione delle opere, pur osservando il pieno rispetto delle normative. L’ipotesi di accentrare il rilascio delle autorizzazioni presso un unico soggetto, creando una sorta di sportello unico, aveva una sua radicalità affascinante, ma la proposta non è passata per la ritrosia dei Comuni, che vogliono gestire direttamente le procedure. In teoria, comunque, un accorciamento dei tempi sulla realizzazione dei progetti è possibile se gli stessi sono di qualità e non redatti in maniera approssimativa”.
INVESTIMENTI DI LYONDELL BASELL ED EDISON: LA SENSAZIONE E’ CHE L’AMMINISTRAZIONE ROSSI NON FAVORISCA CERTI INVESTIMENTI
“Il Sindaco afferma che Lyondell Basell non ha presentato alcun progetto al Comune, e non ho motivo di dubitare di ciò. Mi chiedo, però, perché la Lyondell non l’abbia fatto. Avanzo un’ipotesi personale: può darsi che la Lyondell si sia convinta che un certo tipo d’investimenti non sono graditi su Brindisi, per cui avendo già un grande impianto a Ferrara, ha deciso di localizzare lì questo nuovo investimento.
Riguardo la realizzazione della stazione di rifornimento di Gnl da parte di Edison, anche qui a me risulta che Edison abbia avuto la sensazione di non essere incoraggiata, mettiamola in questi termini. Posso sbagliare l’interpretazione, ma la sensazione è che questa Amministrazione comunale, un certo tipo di investimenti non li favorisca”.
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO? SOLO UNO SLOGAN. VERSALIS, ENEL E A2A HANNO GIA’ PROGRAMMATO INVESTIMENTI PER CENTINAIA DI MILIONI DI EURO. SE IL SINDACO HA RISERVE MENTALI, SIA CHIARO E NON SI NASCONDA DIETRO I ‘NI’
“Il Sindaco dice di voler cambiare modello di sviluppo, ma è solo uno slogan. Parliamo per Brindisi di un apparato industriale imperniato su chimica ed energia, con aziende che hanno programmato nuovi investimenti. Versalis nel triennio 2019-2021 investirà circa 150 milioni, costruendo anche la torcia a terra; l’Enel ha riprogettato la riconversione della centrale a metano. Qualche autorevole rappresentante locale di Legambiente, però, si oppone e rifiuta sia il carbone che il gas. La posizione dell’Amministrazione su questi temi specifici, qual è? Il progetto della A2A è fermo e osteggiato da parecchio tempo. La domanda che mi pongo è: ci sono riserve mentali da parte dell’Amministrazione comunale e in particolare del Sindaco su determinate tipologie di investimento? I tempi delle aziende sono regolati dal mercato mondiale: l’atteggiamento non può essere quello di dire ‘ni’ guadagnando tempo”.
LA REGIONE HA CONVOCATO ENI PER UN INVESTIMENTO NELLA PRODUZIONE DI BIOPETROLIO: L’AMMINISTRAZIONE ROSSI DIREBBE NO ANCHE A QUESTO, NONOSTANTE PORTEREBBE POSTI DI LAVORO? SPAZIO ANCHE PER MECCANICA, AERONAUTICA, BENI PER TURISMO E FARMACEUTICO
Ho lavorato personalmente all’elaborazione del Piano di sviluppo strategico delle ZES, scendendo nel dettaglio merceologico dei settori da rafforzare e di quelli da promuovere. E’ chiaro che non si può prescindere anche da investimenti energetici, data la storia della zona industriale di Brindisi. Penso ad esempio alla produzione di biometano o biopetrolio: Eni ha messo a punto tale investimento a Gela, trattando la frazione organica di rifiuti solidi urbani di Ragusa. Il Consiglio regionale della Puglia, attraverso la commissione presieduta dal consigliere Amati, ha convocato Eni per raccogliere notizie su questo impianto. Su un’ipotesi di questo tipo, se Eni decidesse di proporla al territorio creando occupazione, l’Amministrazione si esprimerebbe negativamente? C’è un pregiudizio verso tutti gli investimenti che hanno un impatto ambientale? Il problema è ovviamente governare l’impatto ambientale, ridurne al massimo l’incidenza, rispettare le norme esistenti. Il timore che ho è che proseguendo così, una certa tipologia di investimenti non vengano più a Brindisi.
Detto ciò, gli investimenti possono arrivare anche dalla meccanica, dall’aeronautica, dal farmaceutico, nella produzione di beni utilizzabili dal turismo. C’è una storia e un presente, però, che non possono essere cancellati, anche perché portano occupazione, movimentazione portuale, lavoro per le banche e per le aziende dell’indotto. Si vuole demolire questo cuore industriale?”.
LE ZES DURANO SOLO 7 ANNI, LE AZIENDE NON POSSONO STARE DIETRO ALLE RENITENZE DI UN SINDACO. BRINDISI PAGA ANCORA UN DANNO D’IMMAGINE PER LA VICENDA RIGASSIFICATORE
Va considerato che la ZES non è un’istituzione eterna: dura 7 anni, eventualmente raddoppiabili. Bisogna farsi trovare pronti. Tra l’altro nel Mediterraneo esistono già ZES molto avanzate. Le imprese non stanno a perdere tempo a discutere con un Sindaco che ha le sue renitenze, anche legittime, per carità. Senza dimenticare che a livello internazionale, Brindisi paga ancora il danno d’immagine di come si è sviluppata la vicenda rigassificatore.
EDISON: A RAVENNA CON UN’AMMINISTRAZIONE DI CENTROSINISTRA ABBIAMO DEFINITO SUBITO LA REALIZZAZIONE DELLA STAZIONE DI GNL, A BRINDISI CI HANNO SCORAGGIATO. SI FACCIA UN CONSIGLIO COMUNALE E SI DECIDA UNA VOLTA PER TUTTE CHE MODELLO SI VUOLE. IL GOVERNO NON PUO’ MANDARE I PARACADUTISTI SU BRINDISI
“Edison per il deposito di Lng ha chiuso già l’accordo con Ravenna; stanno già lavorando per costruirlo. I tecnici di Edison mi dicevano: ‘Possibile che a Ravenna, con un’Amministrazione di centrosinistra, abbiamo definito l’accordo in tempi rapidi mentre a Brindisi abbiamo avuto la sensazione di non essere incoraggiati? Non abbiamo soldi da buttare’. Si discuta in Consiglio comunale quale deve essere il futuro della realtà produttiva brindisina. Se il popolo vorrà che il futuro di Brindisi debba prevedere soltanto crocierismo, terziario avanzato e turismo, allora va bene: le aziende che esistono e gli imprenditori che volessero investire qui, trarranno le loro conseguenze. Questo logoramento continuo, con i sindacati che non sanno più a che santo votarsi, deve però cessare. Il Governo stesso mi diceva che se il territorio non vuole determinati investimenti, non può mandare i paracadutisti su Brindisi”.
VASCA DI COLMATA E INFRASTRUTTURE: SI RISCHIA DI PERDERE TUTTI FINANZIAMENTI CON DANNI DEVASTANTI PER IL BILANCIO DELL’AUTORITA’ PORTUALE. SPERO CHE IL MINISTERO CONVINCA IL SINDACO
“Quello che si è cercato di spiegare all’Amminsitrazione comunale brindisina è che se si ritarda la cantierizzazione della vasca di colmata e non dovesse essere completata entro il 2023, l’Autorità portuale dovrebbe restituire tutto l’importo; sarebbe un danno devastante per il bilancio dell’ente. Il Sindaco vorrebbe spostare l’investimento sul nuovo piano 2021-2026: spero che al Ministero lo convincano a spendere questi soldi così da non restituirli all’Unione europea”.
Andrea Pezzuto