SAN PIETRO – Poco più di una settimana fa il Consigliere regionale Pino Romano ha tenuto un comizio in Piazza affrontando vari temi: dall’ospedale alle vicende giudiziare che hanno coinvolto la giunta comunale.
Nella giornata di Venerdi abbiamo incontrato, nella sede di Senso Civico, il Consigliere che ringraziamo per la disponibilità.
Consigliere il tema del riordino ospedaliero è stato, e continua ad esserlo, al centro del dibattito pubblico a San Pietro Vernotico. Sono due le principali questioni di scontro:
la decisione del Sindaco Renna di firmare il piano di riconversione senza confrontarsi con il Consiglio comunale e con le parti sociali;
la REMS, spostata da Carovigno a San Pietro: chi lo ha deciso e che tipo di valutazioni hanno portato a questa decisione?
“È una questione ormai di due anni fa. Su ogni decisione che viene presa a San Pietro si individua come responsabile Pino Romano. Questa domanda dovresti porla a Maurizio Renna.
Per quanto riguarda la REMS, io sono Presidente della Commissione Sanità, che si occupa di regolamenti, non di legiferare; di quello si occupa la giunta. Mi pare che a Carovigno ci fossero dei problemi di abusivismo e comunque era originariamente prevista a San Pietro: i primi rilievi vennero effettuati a San Pietro nel 2011. Per il resto, bisognerebbe rivolgersi al Direttore Generale”.
Hanno fatto scalpore le sue dichiarazioni durante un incontro pubblico dello scorso Dicembre che cito testualmente: “se sto telefonando per avere un ricovero prima, perchè vi sono due anni di lista d’attesa, sto facendo una cosa meritevole perché quella persona che si è rivolta a me, non ha voce, non può telefonare lei. Ha bisogno di Pino Romano per avere due mesi prima la visita, il ricovero”.
Ed ancora “se sto telefonando perché c’è la possibilità di un posto di lavoro per una persona, lo sto facendo perché quella persona non ha voce ed ha bisogno di Pino Romano affinché la voce la sentano”.
Non si rischia di confondere, come spesso accade, i diritti con favori, innescando il solito meccanismo di riconoscenza che porta al clientelismo?
“Non ho mai detto queste parole. Sicuramente saranno state estrapolate. Sono stanco di queste allusioni, proprio oggi sono intervenuto sulle liste d’attesa e sull’intramoenia, che sono fenomeni da eliminare”.
Durante il suo ultimo comizio ha proposto di ricostruire un campo democratico. Vuole approfondire questa proposta? È pronto a mettere da parte i dissidi per ricostruire il partito dopo la precedente scissione?
“Il primo tempo della scissione è stata la scelta di alcuni consiglieri di maggioranza di togliere la fiducia a Maurizio Renna. Quella scelta ha consegnato il paese a Pasquale Rizzo. Io sono pronto a dialogare con tutti, anche con quella parte politica. Non mi soffermerei però su uno schieramento di centrosinistra, ma è necessario costruire qualcosa di più ampio: il modello “umbro” potrebbe essere replicato anche in Puglia. Io dall’inizio guardo con favore ai 5stelle, perché le loro battaglie sono state le mie battaglie all’inizio della mia attività politica. Il campo democratico deve unirsi su degli obiettivi. Basta con i malumori, con la lotta a Pino Romano”.
Un’ultima domanda: si è mai pentito di essersi dimesso da Sindaco nel 2005, lasciando spazio all’allora sconosciuto Avv. Pasquale Rizzo?
“Assolutamente no! Grazie a quella scelta, grazie alla mia presenza in Regione, è stato possibile ottenere dei risultati importanti per il paese: ad esempio la piattaforma inizialmente prevista a Francavilla, oppure i finanziamenti per il sottopasso. Anche da Sindaco comunque sono stato in grado di ottenere finanziamenti importanti: nel 1996 ci fu una grande alluvione che allagò l’intero paese. Decidemmo dunque di mettere in campo le opere di fogna bianca che hanno risolto il problema”.
Diciamo consigliere che il problema del rischio idrogeologico però si è riproposto poi sul canale Infocaciucci: la scelta di costruire in una zona “rossa”, a rischio idrogeologico, ha ritardato la realizzazione del cimitero.
“La colorazione è avvenuta successivamente. Non avrei potuto fare una cosa del genere: sarebbe stato come costruire una casa sul Vesuvio”.
Luigi Epifani