Un’Happy Casa senza asse play-pivot si fa sorprendere da una gagliarda Cantù
BRINDISI – Cantù espugna con merito il PalaPentassuglia al termine di una gara comandata emotivamente e tatticamente dai brianzoli. Sin dal primo quarto gli ospiti hanno messo in evidenza le ragioni per le quali in precampionato hanno vinto 6 partite su 8.
Coach Pancotto, speculando sulla scarsa attitudine al tiro da fuori di Brindisi, ha protetto l’area, aiutato in questo in maniera decisiva dalla fisicità di un impressionante Hayes, lungo dalle braccia infinite e dalla verticalità importante.
L’Happy Casa si è retta nel primo tempo sulle giocate del duo Banks-Brown, mentre il resto della truppa è sembrato spaurito. Anche l’anno scorso Brindisi, nelle prime gare, iniziava le partite interne palesando difficoltà, però poi salivano dalla panca Moraschini e Rush e imprimevano una svolta emotiva e tecnico-tattica. Questa sera ci ha provato Gaspardo a vestire questi panni, ma non è bastato. Campogrande, invece, per la seconda volta è stato fatto esordire al termine del terzo quarto; scelta bizzarra ma che avrà una sua logica.
Enormi passi indietro per Radosavjevic, che dopo questa prestazione difficilmente sarà confermato quando rientrerà Stone. Male, malissimo Thompson, che sembra non avere ancora il carattere adeguato per guidare la squadra; d’altronde, che non sia uno loquace, un leader emotivo, si vede lontano un miglio. Sicuramente, però, crescerà.
Nell’ultimo quarto, comunque, Brindisi è riuscita in una prodigiosa rimonta aggrappandosi a quello che è il marchio di fabbrica, la difesa, concedendo a Cantù soli 5 punti in oltre 8 minuti. La tripla di uno scatenato Young, però (5 su 8 da tre), ha fatto da stura a un finale in discesa per gli uomini di Pancotto.
Coach Vitucci, dal canto suo, le ha provate tutte, abbozzando anche un po’ di zona, ma davvero l’Happy Casa stasera è sembrata poco lucida, non trovando mai lo swing giusto in attacco, dove i pick and roll hanno funzionato poco e male. La squadra dimostra certamente potenzialità e il ritorno di Stone favorirà la fluidità dei giochi offensivi. Iannuzzi e Thompson, però, oggettivamente sono molto indietro, e per una squadra non lunghissima, che deve giocare ogni tre giorni, questo – assieme alle lune di Martin – può rappresentare un problema.
Andrea Pezzuto