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San Pietro – La storia del Cimitero comunale. Primo capitolo: nasce il progetto di ampliamento del cimitero comunale
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San Pietro – La storia del Cimitero comunale. Primo capitolo: nasce il progetto di ampliamento del cimitero comunale

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SAN PIETRO – Correva l’anno 2003, a Venezia partivano i lavori per la realizzazione del MOSE, in TV faceva il suo debutto “Camera Café”, in Iraq scoppiava la guerra dopo l’invasione degli Stati Uniti, i Sud Sound System pubblicavano il disco “Le radici ca tieni”, il Milan acquistava Kaká, mentre a San Pietro si prevedeva, nel piano delle opere pubbliche, l’ampliamento del cimitero comunale.

Quello di seguito è il primo di una serie di articoli che si propone l’obiettivo di ricostruire, nella maniera più imparziale possibile, la storia di una delle opere pubbliche più longeve della storia sanpietrana: l’ampliamento del cimitero comunale.

Il cimitero comunale è situato nella zona sud-est di San Pietro Vernotico, al confine con Torchiarolo, con accessi dal lato posteriore del Calvario e sulla via Torchiarolo.
Durante la fine degli anni ’90, si procedeva ad un primo ampliamento, prevedendo la realizzazione di cappelle, edicole, loculi comunali e degli spazi destinati ad aiuole.

Nella zona di primo ampliamento, oggi le aree, una volta destinate a verde ed aiuole, sono adibite a campi di inumazione.
Dopo il primo ampliamento, il Comune di San Pietro, con Delibera di Consiglio Comunale n. 26 del 29.04.2002, provvedeva alla definitiva approvazione del Piano Regolatore Cimiteriale, indispensabile al fine di poter dare corso all’ampliamento del Cimitero Comunale.
Nel 2003, all’interno del Piano triennale delle Opere pubbliche 2004-2006, veniva inserito il progetto di ampliamento del cimitero comunale, da realizzare tramite un project financing (i privati anticipano il capitale, che recuperano quanto investito attraverso la vendita delle opere realizzate e la gestione del cimitero).

Già in questa fase nascevano i primi problemi riguardanti il rischio idrogeologico, dovuti anche all’istituzione dell’Autorità di Bacino, avvenuta con Legge Regionale nel 2002.
Quest’ultima, nel 2004 istituiva il PAI (Piano stralcio per l’assetto idrogeologico) che ha il compito di individuare le aree a rischio dissesto idrogeologico attraverso la perimetrazione delle aree.
La vicinanza al canale, noto come canale “Infocaciucci”, non poteva pertanto che trasferire dei vincoli al previsto ampliamento cimiteriale, sottoponendo dunque il progetto ai conseguenti pareri degli Enti di competenza.
Un presagio di cui tener conto per i più attenti e responsabili, un inutile ostacolo, da non considerare, per gli amministratori dell’epoca.

La prima perimetrazione infatti, effettuata nel Novembre 2005, certificava l’area in cui era previsto l’ampliamento del cimitero comunale come “rischio molto elevato – R4”, cioè ad alto rischio allagamento. Ciò stava a significare che, all’interno di quell’area, non era possibile edificare, se prima non fossero stati effettuati i lavori di mitigazione del rischio idraulico.
Nonostante ciò l’Amministrazione Comunale dell’allora Sindaco Giuseppe Romano, decise di andare avanti con il project financing indicendo una gara di licitazione privata, non comprendendo a pieno, probabilmente, la portata della problematica.
Il Bando di Gara prevedeva un importo dell’intervento di € 6.854.444,00, durata della Convenzione di 25 anni e la facoltà in capo all’aggiudicatario di costituire una società con capitale sociale minimo di € 3.000.000,00. Le offerte dovevano pervenire entro il 15 Marzo 2005.
Questo documento nulla diceva in merito alle cauzioni da prestare in capo all’aggiudicatario che, come vedremo, diverranno importanti successivamente.

La scelta, consapevole, di portare avanti il project financing, e quindi l’ampliamento del cimitero in piena zona “rossa”, rappresenterà, come vedremo nei prossimi articoli, la madre di tutti i ritardi e dei relativi contenziosi.

Luigi Epifani