BRINDISI – Aveva instaurato un regime di vita improntato alla violenza e alla prevaricazione, procurando alla compagna 22enne gravissime lesioni. Recentemente, dopo un violento litigio, le aveva fratturato le ossa nasali, nella circostanza la stessa era fuggita sanguinante dall’auto in un attimo di distrazione dell’uomo, facendosi accompagnare prima a casa dei genitori e poi in ospedale da alcuni passanti a cui aveva chiesto aiuto. Arrestato il convivente 27enne.
Era la sera del 16 giugno scorso, quando il 27enne convivente della ragazza a Brindisi, in località Granchio Rosso, al culmine di un litigio avvenuto all’interno della sua autovettura, l’aveva percossa procurandole la frattura composta delle ossa nasali e la frattura composta incompleta dell’arcata zigomatica destra. Nella circostanza, la giovane era fuggita dal mezzo chiedendo aiuto, facendosi accompagnare da alcuni passanti dapprima dai genitori e poi in ospedale. Quanto accaduto non era un episodio isolato, la coppia in passato aveva convissuto per circa un anno fino al marzo del 2017, prima che la ragazza decidesse di interrompere la relazione e la convivenza a causa dei comportamenti aggressivi e violenti dell’indagato, per poi riallacciare il rapporto nell’aprile 2019. Dagli accertamenti compiuti dai Carabinieri della Stazione di Brindisi Centro, che hanno condotto le indagini e ricostruito l’intera vicenda, è così emerso un quadro di violenze preoccupante. Durante la convivenza, l’indagato, con cadenza quasi quotidiana, aggrediva la donna sferrandole al suo indirizzo schiaffi, pugni, calci, percuotendola, anche successivamente alla ripresa della convivenza e provocandole lividi ed ecchimosi al volto. Sintomatico delle violenze un episodio accaduto nel 2016, quando la colpiva con uno schiaffo tanto da farla cadere in terra cagionandole la perforazione del timpano dell’orecchio destro. In altra occasione attinta da un violento pugno sferratole dall’uomo, le venivano procurate lesioni consistite in un trauma contusivo alla spalla ed emitorace sinistro tanto da farle prescrivere il tutore. E ancora, in un altro momento, veniva colpita con un calcio indirizzato alla schiena, che le cagionava fratture della colonna vertebrale e del tronco. Dopo l’ultimo episodio di violenza, risalente al giugno scorso, la parte offesa è stata sottoposta a un intervento chirurgico, per la riduzione delle fratture delle ossa nasali. Contestualmente alle lesioni si sono aggiunte le minacce di morte, ingiurie, insulti con offese di ogni tipo con le quali quotidianamente era solito apostrofarla, frasi offensive dell’onorabilità della ragazza. Le motivazioni alla base delle violenze sono da ricondurre a motivi di gelosia, nonché a ragioni di natura pretestuosa, una parola pronunciata in un particolare contesto, uno sguardo, un atteggiamento, hanno costituito il motivo scatenante delle violenze. Pertanto, in tale quadro, il Giudice ha applicato all’indagato la misura coercitiva personale degli arresti domiciliari per il reato di maltrattamenti aggravati continuati. Dopo l’espletamento delle formalità di rito l’indagato è stato condotto in regime di arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria.