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L’indagine travolge la Giunta di San Pietro. Dalle opposizioni: “Dimissioni unica soluzione”
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L’indagine travolge la Giunta di San Pietro. Dalle opposizioni: “Dimissioni unica soluzione”

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SAN PIETRO – Chiusura delle indagine nell’ambito dell’operazione “Oversight” nella quale risultano essere 17 gli indagati a vario titolo per bancarotta fraudolenta, corruzione, peculato, abuso d’ufficio, voto di scambio e favoreggiamento.
L’indagine si era aperta con il fallimento di Fiscalità Locale, società partecipata dal Comune al 65%, nata nel 2005 e dichiarata fallita dal tribunale nel 2017 durante l’amministrazione Renna.
Duro colpo per l’Amministrazione comunale di San Pietro Vernotico che vede coinvolti nella vicenda 3 componenti di spicco: il Sindaco Pasquale Rizzo per bancarotta fraudolenta, il suo vice Giuliana Giannone per elusione delle attività d’indagine e l’ex Assessore Michele Lariccia per voto di scambio.
A quest’ultimo, nei giorni scorsi, lo stesso Rizzo aveva revocato le deleghe. Al suo posto il geometra Gianluca Epifani.

Dopo le dimissioni di Martina (avvenute lo scorso 10 Giugno), quella di Lariccia, l’unico a pagare le conseguenze politiche dell’indagine, è la seconda defezione per il governo cittadino.
Un rimpasto che ha generato però qualche malumore, soprattutto nella Lega, rappresentata in Consiglio dal segretario cittadino Ruggero Polito e dalla consigliera provinciale Arianna Conte.
Il primo non ha partecipato alla riunione di maggioranza convocata in seguito alla decisione di sostituire Epifani con Lariccia.
Sembra infatti che alcuni consiglieri di maggioranza abbiano saputo del rimpasto di giunta direttamente dai giornali e la riunione sarebbe stata convocata semplicemente per comunicare una decisione già presa.

Restano saldi, invece, Sindaco e vice sindaco che possono comunque ancora contare sulla maggioranza in Consiglio comunale.
L’opposizione invece, sin dallo scorso 4 Giugno (giorno della misura cautelare degli arresti domiciliari per il Sindaco Rizzo, poi revocata il 24 Giugno), ha chiesto a più riprese le dimissioni del Sindaco.
Oggi, ad aggravare la situazione, c’è l’iscrizione nel registro degli indagati del vice Sindaco Giannone e dell’ex Assessore Lariccia.

“Il rimpasto – commenta la consigliera Cursi – è solo una mossa per allontanare dal Sindaco il sospetto di un sodalizio con chi oggi risulta indagato per voto di scambio.
Il sodalizio con la vice sindaca Giannone però rimane, chissà per quali motivi particolari. Sembra che la vice sindaca abbia ormai ceduto il proprio destino politico e personale nelle mani del Sindaco.”

“Dimissioni, subito, per tutelare il paese – è il primo commento della Consigliera del M5S, Selena Nobile, che aggiunge – in realtà, ci aspettavamo un’evoluzione in tal senso. Più volte ho richiamato l’attenzione sulla loro assenza assieme a quella del sindaco il 31 dicembre in Consiglio quando si deliberava sulla partecipata. Il Sindaco e Lariccia erano assenti mentre la Giannone uscì al momento del voto”

Per la consigliera di “Senso civico” Valentina Carella il garantismo è un valore fondamentale ma quando è troppo, è troppo! Sindaco e vice Sindaco quasi sicuramente dovranno affrontare un processo, per reati molto gravi, assieme all’ex Assessore Lariccia. Un motivo in più per chiedere un passo indietro per il bene del paese”.

I consiglieri Mariano e Solazzo invece ribadiscono l’errore da parte del Sindaco di candidarsi alle scorse elezioni.
“Di fronte a una situazione gravissima così come descritta dagli inquirenti, etica, moralità e responsabilità imponevano e impongono la decisione di chiudere quest’esperienza amministrativa” il duro commento di Solazzo.
“Vengono di fatto meno tutte le condizioni affinché un’amministrazione possa continuare il suo lavoro. Viene meno la credibilità di chi gestendo la cosa pubblica che non può appellarsi alla presunzione d’innocenza, diritto che va riconosciuto a tutti ma che non deve coinvolgere l’intera comunità che ha invece il sacrosanto diritto di avere un’amministrazione trasparente e libera da pregiudizi.”

Alcuni consiglieri della maggioranza invece hanno ritenuto di non dover rilasciare dichiarazioni in questa fase complicata dell’indagine.

Luigi Epifani