Home Editoriale EDITORIALE – Vivere a Brindisi non è facile ma ne vale la pena se sai ascoltare il suo respiro
EDITORIALE – Vivere a Brindisi non è facile ma ne vale la pena se sai ascoltare il suo respiro
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EDITORIALE – Vivere a Brindisi non è facile ma ne vale la pena se sai ascoltare il suo respiro

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BRINDISI – Il mestiere del giornalista consente di osservare una comunità da una posizione privilegiata, cogliendone i respiri ampi e il fiato corto della stessa, ma soprattutto le contraddizioni. Non ci si abitua mai a passare nella stessa giornata, a volte nella stessa ora, dalla bellezza più abbagliante alla miseria umana più nefanda. E Brindisi di certo non sfugge a tutto questo, anzi.

Vivere a Brindisi non è facile per nessuno: per qualcuno è stato il frutto di una scelta obbligata, per altri un ripiego, ma per chi crede in questa città e se n’è innamorato sin da bambino, a volte diventa una missione, qualcosa a metà strada tra una pratica masochistica e un atto di fede. Sì, perché tastando quotidianamente il polso soprattutto dei giovani che hanno scelto di restare in questa città, il filo rosso che unisce i loro racconti è la voglia di cambiare le cose che si scontra, fino a mescolarsi, con la frustrazione dettata dalla sensazione di sbattere contro un muro di gomma, di lavorare di ramazza e avere la costante illusione di aver scrostato incrostazioni sociali ed economiche quando invece si è riusciti soltanto a lucidare la superficie.

E allora bisogna ogni volta rialzarsi, sollevare le maniche e tornare a spingere, turandosi il naso ma non chiudendo mai gli occhi e non tappando mai le orecchie, perché questa città brilla come la più preziosa delle pietre nonostante parte della sua superficie risulti annerita e ammaccata, e soprattutto perché ha ancora tanto da dire, da raccontare.

Immagino che nella mente di qualsiasi ragazzo provi a inventarsi un futuro in una terra tanto fertile quanto arida, sia balenata almeno una volta l’idea di mollare tutto ed esclamare: “Ma ci mi la faci a fari?!”. Quando però ti ritrovi in riva al mare in una giornata settembrina di scirocco, a passeggiare sul lungomare immerso nella luce giugnina, a commentare a 1.000 km da Brindisi una finale di Coppa Italia con alle spalle 1.500 persone giunte da tutta Italia a spingere la propria squadra, a pesare la disillusione e capire che non prevarrà mai sulla tua speranza di vedere davvero cantierizzati e realizzati i progetti che sogni che possano cambiare il volto della città, ma soprattutto a empatizzare con i racconti di tanti ragazzi fantastici che vogliono ribaltare la piramide, ripristinando le giuste gerarchie, allora comprendi che tutto questo è quello che vuoi continuare a vivere e che non resta che pazientare fino al momento in cui il tuo respiro si sincronizzi con quello che viene dalla pancia di questa bella e maledetta città.

Andrea Pezzuto