Braccio di ferro Comune-Confindustria: “Avvisi di pagamento Tari illegittimi”
BRINDISI – “Per Confindustria, il punto nodale della questione è che nella zona industriale il servizio di raccolta dei rifiuti da parte del Comune non è stato ancora attivato, quindi in base alla Legge statale 147/2013 e al Regolamento comunale che deve tenere conto di tale legge, la Tari va applicata in misura ridotta”, spiegano dall’associazione degli industriali. Ovvero, va applicata la Tari nella misura del 40% per le aziende che avevano già contratti privati in essere con ditte operanti nel campo dello smaltimento dei rifiuti.
Quello che contesta Confindustria è dunque che “quando sono stati emessi gli ultimi avvisi di pagamento, le cartelle arrivate alle aziende insediate nella zona industriale presentavano cifre rispetto all’anno precedente di molto superiori. Abbiamo dunque approfondito la questione e abbiamo saputo che era stata applicata la Tari in misura piena, violando la norma dello Stato e lo stesso Regolamento comunale. Eppure avevamo provveduto a inviare al Comune due comunicazioni in merito, anche per soddisfare quanto richiestoci da una sentenza illuminante del Consiglio di Stato, la quale statuisce che la controparte che avesse commesso un errore o una violazione deve essere messa in condizione di ravvedersi. Abbiamo pertanto invitato il Comune a ritirare in autotutela gli avvisi di pagamento almeno per la quota parte eccedente il 40% di Tari pagato fino ad ora dalle imprese”.
Secondo l’associazione degli industriali “il Comune, attraverso una norma regolamentare, dovrebbe stabilire che la Tari in misura piena potrà essere applicata solo quando il servizio sarà esteso alla zona industriale e quando i contratti in essere tra le aziende e le ditte private chiamate a smaltire i rifiuti avranno naturale scadenza”.
Nell’ultimo comuncato stampa del Comune, però, si fa riferimento a un abbattimento che per le aziende rientranti in quest’ultima fattispecie vi sarà un abbattimento della Tari tra il 20% e il 60%; non più, dunque, una Tari “piatta” al 40%.
“Per le nostre ditte associate – proseguono da Confindustria – rappresenta un diritto, una facoltà quella di avvalersi del servizio offerto dal Comune. Pertanto, l’ente comunale non può inviare lettere alle imprese affermando che se le stesse non si avvalgono del servizio pubblico, il Comune può subentrare in tale servizio. Ciò non può essere, perché a nostro avviso è un modo surrettizio di estendere alla zona industriale un servizio che non c’è, in mancanza tra l’altro di un provvedimento formale. Il Comune, infatti, deve stabilire l’estensione del servizio attraverso una delibera o comunque un provvedimento formale al momento mancante”.
“Chiariamo un punto – concludono il presidente Marcucci e l’avvocato Ercole Farina -, il Comune ha sicuramente il diritto di privativa: gli viene solo contestata la modalità di estensione di un servizio che di fatto ancora non è stato attivato nella zona industriale”.
Andrea Pezzuto